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 2025  aprile 26 Sabato calendario

«Adesso speriamo non ci mandino via»

Ha un pezzo di cartone poggiato in bella mostra, davanti a sé: “Hei! Vi va di fare una chiacchierata?? Fermatevi!!”, ha scritto. Si è sistemato sotto il colonnato di piazza San Pietro, quasi all’inizio, arriva al tramonto e di notte sopravvive qui, spera anche che qualcuno gli lasci qualche spicciolo, s’è messo sotto un paio di coperte, ma stasera gli sono più casa che caldo, si sta bene. Nonostante l’ora, c’è gente, venuta qui a pregare e salutare un po’ più da vicino Francesco. Gli passano davanti (e davanti ai tanti clochard che sono intorno alla piazza e nei dintorni), qualcuno finge di non vederlo, qualcuno gli sorride, qualcun altro guarda e passa.
«Mi chiamo Davide, sono di Cuneo – racconta –, lavoravo in una grande multinazionale, poi ho fatto una grande sciocchezza, ho perso il lavoro». Basta chiedergli del Papa che si apre e illumina, «mi dispiace tanto che sia morto, tanto, tanto – risponde, subito – a lui non davamo fastidio, neanche qui» e quasi si commuove.
Ci sono donne e uomini ad abitare questi marciapiedi. Sembrano più anziani di quanto siano davvero, più intristiti di quanto siano ogni notte. «Ho perso un uomo che per me era importante, era un padre», dice Alina (romena, nome di fantasia, come quelli che seguiranno) e s’interrompe, non vuole andare avanti. Ci sono tante tende, molte delle quali uguali e no, non fa troppo freddo, ma quasi tutti restano dentro, mentre i pellegrini arrivano, pregano, se ne vanno. Non è ritrosia o timidezza. Anche Alexandru è romeno, «adesso ci mancherà qualcosa di grande, adesso speriamo non ci mandino via».
Non tutti vogliono parlare e forse il modo brusco di risponderti, mandandoti anche a quel paese, dev’essere una maschera per nascondere il dolore e la paura: «Sono giorni che ce lo diciamo, siamo rimasti orfani», sussurra Maria, che deve avere una sessantina d’anni, ne mostra almeno dieci di più e non sembra stare bene.
Davide sa che è stato proprio papa Francesco a volere che nessuno li mandasse via e «ti pare poco? Ti pare poco?!», ripete due, tre volte: «Per lui siamo persone e siamo anche importanti». Scuote la testa, riprende: «La mia sciocchezza fu davvero grande – racconta -, un giorno ho perso la testa, ho picchiato il mio capo squadra e ho dovuto firmare le mie dimissioni. Me sono pentito amaramente, non riesco a perdonarmi. Ma credo che papa Francesco lo avrebbe fatto, lui sì, mi avrebbe perdonato». E, di nuovo, gli si strozza la voce.
La Basilica, piazza San Pietro, via della Conciliazione sono illuminate da suggestionare e anche dai lampeggianti accesi delle auto di Polizia, Carabinieri, Finanza, Municipale che le blindano insieme a donne e uomini dell’Esercito. Che in qualche modo proteggono i pellegrini e, con discrezione, anche loro, anche i clochard. «Qui stiamo tranquilli – spiega Marco -, ci sentiamo sicuri. Possiamo dormire sereni e anche riparati. Papa Francesco ci vuole bene, chissà ora come faremo senza di lui».
Ormai da un pezzo se n’è andato il giorno, non la gente. Loro non ne sono sorpresi «Al Papa tutti vogliono bene, per forza stanno venendo in tanti. Sai – spiega sotto voce Andrea, mentre mangia un panino seduto nella sua tenda -, non se ne accorgono, ma guardo bene queste persone e alcune sono tristi davvero, soffrono come se fosse morto il loro papà o il loro nonno, me ne accorgo dagli occhi e da tante mani giunte».
Hanno le loro cose dentro una, due scatole e magari qualche busta. Quelli arrivati più di recente, non hanno tenda, ma non si lamentano e sono in tanti a dormire anche sugli scalini dei negozi chiusi in piazza Pio XII, a ridosso delle serrande, lungo via della Conciliazione, nelle stradine, nei vicoli laterali e nessuno si scompone, s’infastidisce, né loro, né la gente. Anzi, più di qualcuno si ferma a scambiare una parola, anche se non c’è un cartello come quello di Davide, o lascia qualche spicciolo.
Già, ancora Davide: «Non so se sono credente oppure no, non so cosa mi aspetta nel futuro, vorrei trovare un lavoro e tornare a Cuneo, ma nemmeno ho novanta euro per il treno. Però so che il Papa davvero ci considerava esseri umani», dice e finalmente gli viene un sorrisone e chiede di essere abbracciato e lunedì scorso Francesco se n’è andato. O forse no.