Tuttolibri, 26 aprile 2025
Le donne nere e il loro corpo per troppo tempo raccontato male
Nana Darkoa Sekyamah scrive, e sono parole della scrittrice Bernardine Evaristo, un libro affascinante. Ed è davvero il miglior giudizio su questa opera prima, un saggio, una non fiction, dal titolo La vita sessuale delle donne africane che, per fare un’altra citazione, l’Economist ha definito «Toccante, ribelle, pieno di allegria». In realtà la parola non fiction sta un po’ stretta a un libro che della narrativa ha il ritmo e del saggio ha la ricerca minuziosa. Va detto che in un libro che raccoglie varie esperienze sessuali il rischio era quello di una monotonia un po’ pornografica, dove tutto succede nelle prime pagine, e il resto si trascina stancamente per le restanti duecento. Invece Sekyamah proprio per la sua precisione, da storica orale, riesce a costruire una storia ricca, non solo di sfumature, ma anche di esperienze raccontate.
Ma andiamo per ordine da dove arriva l’interesse di Sakyamah sull’argomento? Per anni la scrittrice è stata una blogger, e ha raccolto storie, impressioni, commenti, partendo prima da sé stessa, e poi allargando alle altre, in un blog “Adventures from the bedrooms of African Women”. E in questi racconti, a volte confessioni, emergeva un quadro non solo della vita sessuale delle donne africane, ma del ruolo sociale delle donne in un continente costituito da 54 paesi e da ancor più realtà sociali, linguistiche, etniche. E da lì la raccolta delle interviste è diventata qualcosa di più importante di un post su un blog per l’autrice. Qualcosa che la assorbiva totalmente, come tempo, dedicato a viaggiare, a conoscere, a registrare, e come africana, che voleva lasciare traccia di questo momento alle giovani generazioni. Il libro si può dire è nato grazie a chi l’ha incoraggiata e ad una curiosità che non l’ha mai abbandonata.
Qui troverete trentadue storie di donne, inclusa quella di Sekyiamah stessa, raccolte come interviste nell’arco di cinque anni, tra il 2015 e il 2020. Interviste raccolte in un’Africa, estesa, che comprende non solo la diaspora delle recenti migrazioni, ma anche la diaspora nata dal middle passage e dalla terribile storia della schiavitù. C’è la Nigeria, il Ghana, l’Egitto, ma ci sono anche l’Italia, l’Inghilterra, il Brasile, il Costarica. L’età delle intervistate varia, ci sono giovanissime e donne mature, un arco temporale che comprende i ventuno come i settantuno anni, e naturalmente tutte le tappe intermedie dai trenta ai quaranta. Sekyamah è stata anche molto attenta a mostrare diversi tipi di esperienze sessuali, dalla masturbazione al cybersesso, non dimenticando i vari aspetti dell’identità sessuale, infatti ha intervistato donne che si autodefiniscono eterosessuali, lesbiche, non binarie, persone trans. Ogni persona intervistata poi si è trovata a vivere il sesso in diverse condizioni o a non viverlo, c’è chi pratica l’astinenza totale o temporanea, chi si trova in relazioni monogame o poliamorose, matrimoni aperti, o sesso con disabilità.
Queste interviste naturalmente sono state pianificate con cura dall’autrice, ma gli incontri hanno anche una loro casualità, persone presentate da amici, persone che l’hanno contattata via chat, o semplicemente incontri avvenuti a una conferenza, al caffè sotto casa, in un club. Donne poi, tranne una, quasi tutte nere, che mettono al centro un corpo da secoli raccontato male e che si prende in queste pagine finalmente il suo spazio. Donne musulmane, donne cristiane, donne che credono a antiche divinità ancestrali. Il fattore che colpisce di più in questo libro infatti è la grande spiritualità che innerva la sessualità di queste donne africane. Ognuna a modo suo dà peso all’atto sessuale come un incontro che può svelare la dea in sé. È un modo per conoscersi e conoscere.
Naturalmente c’è spazio per le contraddizioni, a volte l’indicibile. Molte delle storie avvertono, con un disclaimer, che la storia potrà parlare di stupro, abuso, mutilazioni di genitali femminili. Ci sono anche casi di donne feticizzate, donne che denunciano una lettura distorta dei loro corpi, donne che si autodenunciano come dominatrici. Quindi possiamo dire che il libro di Nana Darkoa Sekyamah è un libro altamente politico. Perché mette al centro un corpo, quello delle donne nere e africane, soprattutto in Europa dominato dallo stereotipo e a volte dall’ingiuria. Questo libro insegna, alle donne tutte, che si può essere donna in mille modi diversi. E ha ragione Bernardine Evaristo, La vita sessuale delle donne africane, è un libro davvero affascinante. Che attraverso le storie di Nura, Nafi, Miss Deviant, Gabriela, Amina, Shanita, Vera Cruz, Tsitsi, Waris e tutte le altre, ci insegnerà a non avere paura del corpo e del desiderio.