la Repubblica, 25 aprile 2025
Gianmarco Tamberi: “Io bello? In famiglia quello bello è mio fratello, è stato pure Mister Italia”
Dice di intendersi più di cadute che di salti Gianmarco (Gimbo) Tamberi, «Quando si tocca il fondo bisogna innanzitutto capire se davvero ci si vuole rialzare». Comincia così la chiacchierata con il saltatore azzurro – medaglia d’oro a Tokyo nel 2021, titolo europeo nel 2022 e nel 2024, mondiale nel 2023 – che a fine agosto, probabilmente in contemporanea alle gare in Giappone, diventerà padre della prima figlia. Nel frattempo, riflette sulle scelte fatte, il futuro, il valore della costanza e il nuovo ruolo di testimonial beauty per un marchio di prodotti per capelli.
Parlavamo di cadute.
«Quando si cade bisogna guardarsi allo specchio e capire se si è disposti ad affrontare il percorso di risalita. È una strada tortuosa, ci saranno tantissimi ostacoli che ti ributteranno giù. Parlo soprattutto della mia storia dal 2016 al 2021: dall’infortunio che ho avuto prima delle Olimpiadi di Rio fino all’oro di Tokyo. Quel periodo è un esempio che cerco di ricordare quando devo affrontare una nuova difficoltà. Vedevo i problemi, ci soffrivo ma continuavo ad andare avanti stringendo i denti e sapendo che se ci fosse stata anche una sola possibilità me la sarei giocata».
Diventare testimonial beauty è l’ennesima sfida?
«Sono contentissimo di essere il primo volto italiano di Elvive. E quando L’Oréal Paris mi ha chiamato e ho capito che si trattava di haircare, lo sono stato ancora di più. Ci tengo molto ai miei capelli: non li taglio da 10/15 anni».
Da tutto questo tempo?
«Non cambio mai taglio, ma allenandomi tutti i giorni li curo davvero molto».
Si piace?
«Quello bello in famiglia è mio fratello maggiore che è stato pure Mister Italia nel 2012. Io ho sempre puntato sulla simpatia».
Nello spot cita la costanza: è una dote che coltiva da sempre?
«L’ho conquistata. Non credo sia un talento con cui si nasce: non è come avere gli occhi azzurri o marroni. Dipende da quanto sei determinato a voler raggiungere un risultato».
Cosa significa vivere dovendo sempre superare se stessi?
«Hai dei pro e dei contro. Come pro c’è il fatto che vivi emozioni molto forti. A volte belle, altre meno ma ti senti vivo e determinante per il raggiungimento di un risultato. La parte negativa è che proprio
il sentirsi determinante condiziona qualsiasi scelta della vita».
Mi fa un esempio?
«Se una sera hai una cena con gli amici e non vai a dormire alla stessa ora sai che potrà influire sugli allenamenti e di conseguenza sulla prestazione. Se vuoi essere il numero uno, la differenza la fai tu in ogni singola scelta. Tutto questo, protratto nel tempo, diventa sempre più pesante».
Stessi orari, stessa dieta, 365 giorni all’anno?
«Tolti 2 mesi, sì».
Qual è il salto più alto che ha fatto nella vita?
«Diventare padre».
Che padre immagina sarà?
«Non so dirlo adesso. Lo scoprirò. Ma credo che, in linea con quello che sono come persona, sarò un padre dolce».
Conciliare paternità e allenamenti sarà complesso?
«È il motivo per cui con Chiara abbiamo aspettato così tanto. Poi troveremo il nostro equilibrio. La vita è fatta per essere cambiata e migliorata. Sicuramente sapremo come gestire tutto».
Los Angeles 2028 è stata una decisione sofferta?
«Molto. Dopo Parigi per tanti mesi è stato difficile capire come reagire. Ho avuto altri momenti non facili nella mia carriera ed è stata sempre la voglia di rivalsa a spingermi a rimettermi in gioco. A Parigi invece, il rammarico di non averci potuto provare dopo tutta la preparazione è stato molto forte. Ma la notizia della maternità che Chiara mi ha dato a dicembre è stata fondamentale. Ero in un’impasse: “domani smetto, domani continuo”, ma quando mi ha detto che era incinta mi ha aiutato a capire cosa volessi davvero fare».
Quanto le è servita la disciplina nella vita?
«Non sono mai stato una persona disciplinata: a scuola non lo ero. Ma se vuoi raggiungere qualcosa devi diventarlo. In qualsiasi ambito si migliora perché ci si applica. E a forza di migliorare, la disciplina si trasforma in qualcosa di scontato».
In quanto testimonial, c’è un messaggio che vuole comunicare?
«Essere costanti fa la differenza. Potrei parlare dei prodotti per capelli ma sarei commerciale. Il discorso vale per ogni cosa. Prendi la dieta: se la segui perché ti alleni o semplicemente per stare meglio, è solo quando la costanza diventa un’abitudine che funziona».
Ultima domanda: avete già scelto il nome?
«Ti passo Chiara».