La Stampa, 25 aprile 2025
"No alle adozioni di embrioni congelati" Scontro aperto sulla proposta Roccella
Una legge per «assimilare l’adozione dell’embrione all’adozione di un bambino». L’ha annunciata la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella martedì, ieri ha aggiunto che dovrebbe essere pronta nel giro di un mese. Ma l’embrione non è un bambino e trattarli allo stesso modo è impossibile rispondono gli addetti al settore e le opposizioni.
«Ci siamo posti il problema, perché è una situazione assurda e un po’ inquietante: questi embrioni crioconservati, che non hanno nessun criterio di morte, se conservati correttamente possono sopravvivere per sempre – ha spiegato la ministra durante un’intervista a «Ping Pong» su Rai Radio1 -. Questo limbo in cui si trovano va sanato, anche perché sono tantissimi, non abbiamo neanche cifre precise, perché la crioconservazione attiene ai singoli centri ed è complicato avere una nozione precisa su quanti siano». La ministra ha ammesso che «la situazione è molto complessa, la legge è molto delicata» ma ha precisato che «non trattiamo cellule e tessuti, come qualcuno ha detto, trattiamo embrioni, ovuli già fecondati, cioè possibili bambini». I problemi sono molti, innanzitutto «costituire con certezza lo stato di abbandono dell’embrione».
A confermare le intenzioni del governo e le difficoltà è anche il ministro della Salute orazio Schillaci. «Di questo stiamo parlando e troveremo sicuramente una sintesi tra le varie posizioni, nell’interesse comune su un tema che stava a cuore anche a Papa Francesco».
Alcuni dettagli già iniziano a trapelare. Li racconta Vito Trojano, presidente della Societa italiana di ginecologia. «Limite di età della donna a 46 anni per l’impianto dell’embrione ai fini dell’adozione, procedure previste nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza, test genetici specifici per valutare la compatibilità genetica con la donna ricevente e test preimpianto per valutare lo stato di salute dell’embrione congelato», spiega.
A frenare gli entusiasmi del governo sono le opposizioni e gli addetti ai lavori. «Sono anni che chiediamo di conoscere come saranno utilizzati i circa 3700 embrioni prodotti prima del 2004, che in base al Decreto Sirchia risultano abbandonati», afferma Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. Gli embrioni congelati abbandonati «non possono essere adottati perché solo i bambini in stato di abbandono, per legge, possono essere adottati e non delle cellule», avverte. «Attribuire personalità giuridica alle cellule, cambiando il codice civile (articolo 1) che subordina tale capacità all’evento nascita significherebbe bloccare i trapianti, le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) e le Interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg)».
Contrario il Pd. La senatrice Cecilia D’Elia che premette di voler leggere il testo ma che «da quello che si apprende, il governo vuole rendere adottabili gli embrioni non idonei per una gravidanza al solo scopo di affermare ideologicamente la loro personalità giuridica». Mentre Gilda Sportiello, deputata M5S annuncia battaglia: «Respingiamo con forza questa possibilità, presenterò un’interrogazione parlamentare e contrasteremo in ogni modo quello che rappresenta un vero e proprio attacco per le donne e per la loro salute riproduttiva». Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera: «Sarebbe un rapido passo verso una idea tecnocratica della maternità, svuotata della soggettività e autodeterminazione femminile». —