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 2025  aprile 25 Venerdì calendario

Ue, allarme vino: livelli Pfas 100 volte più che nell’acqua

I vini europei, tra cui anche tre prodotti italiani, contengono livelli di Pfas superiori fino a cento volte rispetto a quelli che sono stati trovati in acque minerali. La denuncia viene da Bruxelles dove i membri dell’European Pesticide Action Network Europe (PAN Europe) hanno presentato uno studio inedito e allarmante sulla contaminazione alimentare da acido trifluoroacetico (Tfa) nel vino, condotto in dieci paesi del continente. Il Tfa fa parte della famigerata famiglia delle sostanze perfluoroalchiliche utilizzate nell’industria e, sotto forma di fitosanitari, anche in agricoltura.
Si tratta di un prodotto di degradazione altamente persistente di alcune sostanze chimiche fluorurate, in particolare gli F-Gases usati nella refrigerazione e i Pfas pesticidi. Per questo vengono chiamati gli “inquinanti eterni” visto che si accumulano inevitabilmente nell’acqua, nel suolo, nelle piante e nel sangue umano.
Chi pensa, come il ministro Francesco Lollobrigida, che il vino non faccia più male dell’acqua deve ricredersi. “I nostri risultati rivelano un problema ambientale allarmante e in rapida intensificazione, rimasto troppo a lungo inosservato sia dal pubblico che dai responsabili politici, anche perché il Tfa è stato a lungo considerato un metabolita dei pesticidi ‘non rilevante’ mentre ora si sospetta che sia tossico per la riproduzione” è la denuncia di PAN Europe mirata su un settore merceologico finora trascurato.
L’indagine è stata condotta su una quarantina di vini, considerando le annate di produzione. Per quanto riguarda l’Italia, sono stati presi in considerazione il Kaleterersee (annata 2024) un rosso della zona di Caldaro in Alto Adige, il Prosecco (annata 2024) in Veneto e il Chianti (stagione 2022) in Toscana.
I risultati più preoccupanti sono tre. Innanzitutto è stato accertato un “aumento esponenziale” dei livelli di Tfa nel vino dal 2010. Mentre non sono stati rilevati nei vini antecedenti al 1988, il periodo 2021- 2024 mostra livelli medi di 122 μg (microgrammi per litro), con alcuni picchi di oltre 300. Il secondo dato è l’“ubiquità in tutta Europa”, o almeno nei dieci paesi considerati. “Sebbene i livelli medi di Tfa variassero, i vini di tutti i paesi mostravano livelli di diversi ordini di grandezza superiori ai già elevati livelli di fondo nell’acqua”.
Nella considerazione della media hanno inciso i vini austriaci che hanno raggiunto i livelli più alti di contaminazione. Per quanto riguarda l’Italia, il Kaleterersee ha registrato 43 microgrammi per chilo, il Prosecco 69 microgrammi e il Chianti 120 microgrammi. Il terzo responso riguarda la co-presenza di residui di pesticidi. Infatti, i campioni di vini con livelli più elevati di Tfa contengono anche un numero e una quantità maggiori di residui di pesticidi sintetici.
Le proposte sono drastiche. Bisogna vietare i pesticidi Pfas e i gas fluorurati, avviare un monitoraggio completo dei Tfa nei prodotti alimentari e avviare “un approccio normativo precauzionale che riconosca le significative lacune nei dati tossicologici e i potenziali rischi per la salute pubblica, compresi i bambini”.
L’eurodeputata veneta Cristina Guarda, del gruppo Verdi/Ale, commenta: “La grande industria chimica sta avvelenando anche il vino, oltre al cibo. E dato che siamo il primo paese produttore di vino a livello globale, da imprenditrice agricola dico che dovremmo considerarla un’emergenza nazionale”. Poi specifica: “Le concentrazioni di Tfa nei vini europei sono davvero molto preoccupanti, specie nell’agricoltura intensiva e convenzionale, con livelli anche 100 volte superiori a quelli delle acque potabili contaminate”. Condivide la richiesta di revocare subito le autorizzazioni dei prodotti fitosanitari contenenti Pfas e un mese fa con altri 50 eurodeputati ha scritto alla Commissione per la messa al bando totale. “Servono azioni urgenti per proteggere noi agricoltori, la nostra salute e quella delle nostre famiglie e dei consumatori in tutto il mondo”.