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 2025  aprile 23 Mercoledì calendario

Il Gruppo Schneider salva la vicuña e ottiene una fibra da record

Dopo 18 anni di investimenti e ricerca, è stata ottenuta la prima balla di vicuña superfine. L’ad: «Salviamo gli animali e tuteliamo cultura e storia delle comunità locali»
Gli Inca li consideravano animali divini e il loro vello era destinato solo alle vesti dei re. Ma quando i Conquistadores irruppero nella storia del Sud America, per le vicuñe iniziarono secoli di sterminio: il chaco, l’antichissima tecnica di tosatura non violenta praticata dagli Inca, era stata sostituita da mere uccisioni per conquistare quel pelo così prezioso quanto scarso. Il piccolo camelide sembrava destinato all’estinzione finché negli anni Settanta i Paesi andini diedero vita alle prime riserve naturali.
In una di queste, la Reserva de la Biosfera de Laguna Grande, 650mila ettari di arido terreno a 4mila metri d’altitudine nelle Ande, al confine fra Argentina e Cile, nel 2007 il Gruppo tessile Schneider ha acquistato 100mila ettari per proteggere le vicuñe e poterne raccogliere il vello, riportando in vita, rendendolo contemporanea, la dimenticata arte del chaco: «Abbiamo dovuto mettere in sicurezza la zona, liberarla dai bracconieri, riuscire a fare in modo che le vicuñe potessero vivere serene, riprodursi e aumentare di numero, poi gestire e attrezzare il terreno per permettere loro di vivere in libertà e tranquille e potessimo avere strutture per radunarle una volta l’anno per la tosa – spiega Laura Ros, ad del gruppo nato nel 1922 e radicato nel distretto biellese -. Abbiamo imparato come radunarle, non è facile. Appena sentono, anche sottovento, l’odore degli esseri umani fuggono. Anche la tosatura richiede molta perizia: servono spazzole speciali, devono essere presenti dei veterinari, per evitare loro pericoloso stress. La tosa deve essere molto delicata e veloce, per liberarle subito».
Mancavano ormai anche i tosatori: Schneider allora, per formarli, ha portato artigiani delle comunità andine in Patagonia, dove da anni gestisce un programma di formazione per mestieri della lana in collaborazione con istituti locali, oltre a una quindicina di fattorie per la produzione di lana organica, e possiede uno stabilimento di pettinatura di lana. Oggi, dopo 18 anni di investimenti, lavoro e passione, Schneider è stata ricompensata con un risultato da record: la prima balla di Vicuña argentina Superfine, dell’eccezionale finezza di 11,7 micron e di lunghezza di 29,3 mm, di una calda tonalità che ricorda il caramello ma anche la sabbia di quegli alti deserti.
La Vicuña argentina Superfine
Per ottenerla sono occorsi anni di paziente raccolta, selezione ed “ejarratura”, processo che consente di separare le fibre più cornee da quelle più morbide e fini, nella Pettinatura di Verrone, manifattura d’eccellenza di proprietà del Gruppo Schneider, che possiede nove sedi (di cui quattro stabilimenti produttivi) in sette Paesi in tutto il mondo, ha una capacità produttiva di 14.500 tonnellate di lana e di oltre 600 tonnellate di fibre speciali e che nel 2023 ha fatturato circa 170 milioni di euro.
L’attenzione alla filiera della produzione tessile è cruciale, tanto più che negli ultimi decenni la distribuzione del valore si è concentrata sempre di più nelle sue tappe finali: «Gli allevatori hanno bisogno di più sostegno – sottolinea Ros -. Anche per questo per la lana abbiamo dato vita al progetto Authentico, una piattaforma gratuita che certifica sostenibilità e tracciabilità della produzione degli allevatori che aderiscono. È anche un modo per mettere in contatto i due estremi della filiera: per i marchi la sostenibilità è necessaria, ma devono anche comprendere problemi e sfide degli allevatori, che da parte loro apprendono come orientare la produzione secondo le richieste del mercato».
Intanto, la balla di vicuña superfine attende di essere acquistata: «Ci rivolgeremo ai nostri clienti storici (lo stabilimento italiano del Gruppo dal 2012 è partecipato con quote del 15% anche da Marzotto, Loro Piana e Ermenegildo Zegna, ndr). Probabilmente resterà nel nostro distretto, che proprio grazie al fatto di essere solidamente concentrato sulla qualità più alta non deve temere le fluttuazioni del mercato». Un po’ come le vicuñe, ormai serene sulle loro montagne.