Libero, 24 aprile 2025
«Santo subito» la piazza saluta Papa Francesco
«Francesco santo subito». Mentre a Santa Marta il cardinale Camerlengo Kevin Farrell, insieme ai cardinali già presenti in Vaticano per il Conclave, dava inizio con una semplice preghiera alla cerimonia della Traslazione del corpo del Pontefice, tanti ragazzi, anche giovanissimi, erano già in Piazza San Pietro per salutarlo un’ultima volta. «Santo subito», hanno urlato più volte in coro. E ancora: «Francesco! Francesco!». Molti di loro erano a Roma in occasione del Giubileo degli adolescenti e mai avrebbero immaginato di partecipare a un rito funebre. Doveva essere un giorno di festa e invece si sono ritrovati ieri mattina presto per salutare per l’ultima volta il loro amato Papa. La sua bara aperta, portata dai sediari, gli stessi che un tempo reggevano la sedia gestatoria, ha attraversato il cuore del Vaticano accompagnata dalle campane a morto e dall’antifona del Salmo 22, cantata in latino. La processione era partita da Santa Marta, ha percorso la piazza dei Protomartiri Romani, al lato di San Pietro, poi ha varcato l’Arco delle Campane, mentre in piazza si levava un lungo applauso, spontaneo e struggente. Ad attendere il feretro del Santo Padre ventimila fedeli, secondo la Gendarmeria Vaticana. Alcuni si proteggevano dal sole con ombrellini, altri stringevano il rosario o indossavano una t-shirt con il volto sorridente di Bergoglio. Il corteo funebre, ha attraversato la piazza che solo tre giorni fa aveva visto Francesco, a sorpresa, tra pellegrini, religiosi e tante famiglie che celebravano la Pasqua a San Pietro. Una volta all’interno della Basilica la bara – così come disposto da Francesco – non è stata deposta su un catafalco, ma direttamente a terra, su una pedana leggermente inclinata e un tappeto; davanti all’Altare della Confessione è stata quindi aspersa con acqua benedetta e incenso dal Camerlengo Farrell. Ottanta i cardinali presenti giunti da ogni parte del mondo per assistere ai funerali e per partecipare al Conclave, ma in prima fila c’era la “famiglia pontificia” di Francesco, i tre segretari personali, gli aiutanti di camera, l’infermiere che non lo ha mai lasciato: volti familiari che hanno abitato la sua quotidianità, fino all’ultimo momento. Il rito della Traslazione si è concluso con la preghiera dei defunti, l’Eterno riposo e un canto finale dedicato alla Madonna: il Salve Regina. Poi, dalle 11, il momento dell’omaggio popolare che proseguirà fino a venerdì alle ore 20, quando verrà chiusa la bara. Tra i primi a varcare la soglia della basilica c’era suor Genevieve Jeanningros, dell’ordine delle Piccole Sorelle di Gesù. Conosciuta per il suo impegno tra gli ultimi, in particolare tra la gente del circo, che lei stessa aveva fatto incontrare a Francesco, l’ultraottantenne, zaino verde sulle spalle, è rimasta a lungo davanti alla bara pregando e piangendo in silenzio. La sua figura curva, sola, sembrava contenere tutta la gratitudine del mondo invisibile che Francesco ha cercato e servito: mentre una fila composta sfilava davanti al feretro si veniva a sapere che il Papa prima di morire aveva donato personalmente donato oltre 200 mila euro ai detenuti prelevati direttamente dal suo conto. I funerali si terranno sabato, alle 10, sul sagrato di San Pietro. È attesa una moltitudine di capi di Stato e leader internazionali. Ma ieri, più che la diplomazia, ha parlato la fede. Quella dei piccoli, degli ultimi, di chi ha riconosciuto in Francesco un pastore con l’odore delle sue pecore.