la Repubblica, 24 aprile 2025
Shakespeare era in love con la moglie Anne
È stata spesso rappresentata come la donna che William Shakespeare sposò di malavoglia, soltanto perché l’aveva messa incinta, abbandonandola quasi subito a Stratford sull’Avon mentre lui si dava al teatro lungo le rive del Tamigi, e facendosene beffe perfino nel testamento: «Lascio a mia moglie il secondo miglior letto». Neppure il primo letto di casa: un insulto finale. Ma questa visione di Anne Hathaway, in buona misura già smentita dai biografi del grande drammaturgo, riceve ora un’ulteriore rettifica grazie a una lettera del Diciassettesimo secolo, da cui si evince che, per lunghi periodi, la coppia visse insieme a Londra.
La missiva o, meglio, un frammento della medesima, è saltata fuori dalla rilegatura di un libro del 1608 conservato nella biblioteca della cattedrale di Hereford, nell’Inghilterra occidentale. Sebbene ritrovata nel 1978, era passata inosservata perché nessuno poteva identificare i nomi delle persone citate in quel pezzetto di carta ingiallito. Ma adesso l’ha esaminata uno dei maggiori esperti del Bardo, il professor Matthew Steggle, docente di letteratura inglese all’università di Bristol, ricavandone tre prove stupefacenti.
La prima è che la lettera è indirizzata a una certa “Mrs. Shakspaire” e al marito, dando come recapito Trinity Lane, una strada nella City di Londra oggi chiamata Little Trinity Lane, non lontana da dove Shakespeare metteva in scena i suoi drammi in due teatri dell’attuale quartiere di Shoreditch. La seconda è che l’editore del libro in cui è stata ripescata, un’analisi di testi biblici del teologo tedesco Johannes Piscator, era Richard Field, anch’egli originario di Stratford, dove era vicino di casa di Shakespeare, e che fu il primo a stamparne le opere, dunque qualcuno che conosceva bene lo scrittore e la sua famiglia. E la terza prova è un riferimento a una somma di denaro a favore di un orfano di nome John Butts, affidata a Shakespeare ma alla quale anche la moglie aveva accesso: è a lei che lo scrivente chiede di intercedere, affinché quei soldi pervengano al giovane rimasto senza genitori. Attraverso ricerche d’archivio, il professor Steggle ha scoperto un apprendista chiamato John Butts, residente proprio in quegli stessi anni nella stessa area londinese di Shoreditch.
«Troppe coincidenze per essere fortuite», dichiara lo studioso al Guardian. «Per secoli l’opinione dominante è stata che Anne Shakespeare sia rimasta per sempre a Stratford e non sia mai andata a Londra. Questo documento suggerisce invece che trascorse un significativo periodo di tempo con il marito nella capitale».
Poco si sa della vita del Bardo: per questo sono circolate sul suo conto, e sulla sua identità, le ipotesi più svariate. Scarse sono anche le notizie sul suo matrimonio. È risaputo che, nato e cresciuto a Stratford, a 18 anni Shakespeare sposa Anne Hathaway, una donna di otto anni più grande, e sei mesi dopo mettono al mondo un figlio. Ne arrivano presto altri due, quindi William si trasferisce a Londra, dove persegue con successo la carriera di attore, commediografo e impresario, scrivendo le 39 pièce teatrali e i 154 sonetti che gli hanno dato fama immortale. Nel 1613, quarantanovenne, torna a Stratford, dove muore tre anni più tardi per cause imprecisate. La nuova scoperta può cambiare la tesi che la loro fosse un’unione fredda e distante. Alcuni biografi avevano già scartato altri indizi in materia: nella Stratford dell’epoca era comune sposare donne incinta e nemmeno il testamento suona necessariamente come uno sberleffo, poiché il “primo letto” veniva tradizionalmente riservato agli ospiti, per cui il “secondo migliore”, lasciato ad Anne, doveva essere quello matrimoniale, un segno d’amore, non un’offesa. «Parting is such sweet sorrow, that I shall say goodnight til it is morrow», dice Romeo a Giulietta: salutarsi è una pena così dolce che ti direi addio fino a domani. Shakespeare in love: a questo punto è lecito pensare che fossero le parole con cui William salutava la moglie?