La Stampa, 24 aprile 2025
Una rete di milionari dietro il potere della destra cattolica Usa
Il Santuario dell’Immacolata Concezione è la più grande basilica cattolica nel Nord America. Sorge nella zona orientale di Washington nel campus dell’American Catholic University. Una targa dice che alcuni edifici sono stati rinnovati (o costruiti) grazie a una donazione di 15 milioni di dollari di Timothy Busch, miliardario dell’immobiliare di Orange County, in California. Per capire lo spirito dei tempi di parte del cattolicesimo a stelle e strisce non si può lasciare cadere il nome di Busch e si deve riavvolgere il nastro della storia recente.
Nel marzo del 2017 Busch tenne un discorso dal podio della basilica parlando di un nuovo «tempo di splendore» negli Stati Uniti. Il riferimento era all’arrivo di Donald Trump e al ritorno da due mesi dei conservatori alla Casa Bianca. Un’operazione, quella della conquista della presidenza, per cui molti influenti e danarosi cattolici si erano spesi in prima persona e costruendo un’alleanza con il mondo evangelico in una sorta di riedizione della New Christian Right degli Anni 70. Ma stavolta con il mondo cattolico conservatore in posizione decisamente più solida. Nel 2024 il blocco cattolico si è ulteriormente rafforzato.
La Business School dell’università è oggi dedicata a Busch e i corsi sono un mix fra la teologia conservatrice e l’economia liberista.
L’evento del 2017 venne trasmesso dalla Ewtv (Eternal World Television Network), l’ombrello che raccoglie siti, podcast, radio, organizza eventi culturali e di formazione e di cui Busch era allora un membro del Board, cooptato in quanto fondatore del Napa Institute, un centro studi californiano che organizza seminari e conferenze sulla religione. Personalità come il cardinale anti-Bergoglio, Burke, sono fra i più assidui frequentatori degli eventi. Nel 2023 a un seminario andò anche l’ex vicepresidente Mike Pence (cristiano, non cattolico) a parlare di valori e contro «i disordini della cultura woke» a dimostrazione della saldatura attorno ai temi etici delle anime della cristianità Usa.
La storia di Busch è solo un esempio della mole di influenze e soldi che il cattolicesimo conservatore americano è in grado di muovere. Una rete di interessi e iniziative assai variegata che va da istituti di ricerca, a università libere in ogni Stato, think tank (come Eppc) e riviste come First Thing e media company come Ewtn. Il progetto – spiega un analista che preferisce non rivelare il suo nome visto che il suo gruppo ha ricevuto soldi da grandi donatori cattolici – «è ad ampio respiro. L’obiettivo è dare un volto al cattolicesimo americano più attento alla tradizione della dottrina», anziché, «ai temi sociali che hanno caratterizzato il pontificato di Francesco».
Altre personalità di spicco sono Sean Fielder, «l’hedge funder che promuove i valori conservatori» e ha guidato la sfida contro l’Obamacare; Frank Hanna III è un banchiere e filantropo attivo in Regnum Christi e finanziatore di una rete di centri studi conservatori.
Organizzazioni come Donors Trust, che nel 2022 il National Catholic Register definì «il bancomat del denaro oscuro», hanno raccolto e distribuito al network di tremila charity fra affiliate e iscritte oltre due miliardi. Variegato il mondo che ha beneficiato di questi aiuti: parrocchie tradizionaliste, diocesi guidate da vescovi conservatori (è il caso di Spokane nello Stato di Washington), organizzazioni pro-life, media, studi di avvocati tutti accomunati dal mix di teologia conservatrice e libero mercato.
Uno dei personaggi attorno a cui ruota la «nuova alleanza» fra cattolici e galassia conservatrice siglata attorno al contrasto del wokismo e le teorie di genere, è Brian Burch, ambasciatore designato da Trump alla Santa Sede. La sua CatholicVote ha raccolto 10 milioni per la campagna Trump-Vance e l’organizzazione è fra quelle più attive a dare patente di “cattolicità” ai deputati del Congresso, dove molti repubblicani hanno punteggi altissimi e i democratici sono largamente insufficienti. Il tutto perché l’aderenza al cattolicesimo viene filtrata dalle idee su aborto e genere.
La rete passa anche da Kevin Roberts. È il presidente della Heritage Foundation e l’architetto di Project 2025, il libro di 900 pagine che delinea i contorni di una società Usa a tinte conservatrici. Trump dice di non averlo letto; le mosse dell’Amministrazione in tema di diritti, educazione e ruolo dello Stato federale però vanno nella stessa direzione. Roberts è un cattolico con stretti legami con l’Opus Dei, ogni mese va al centro guidato dalla confraternita su K-Street, la strada dei lobbisti e degli studi legali di Washington. Anche Leonard Leo ha legami con l’Opus Dei. Conservatore, leader della Federalist Society, nel 2022 ricevette il premio John Paul II New Evangelization. Nel suo discorso definì gli oppositori politici come «vili, versione attuale dei barbari, secolaristi e bigotti sotto l’influenza del diavolo». Un invito alla «guerra culturale».