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 2025  aprile 23 Mercoledì calendario

Milano, il transatlantico Conte Biancamano compie 100 anni, l’appello del Museo della Scienza: «Uno sponsor per il restyling»

Famiglie dell’alta borghesia, che negli anni 20 si concedevano una crociera di lusso. Oppure uomini d’affari, diretti negli Stati Uniti per incontrare partner e clienti. Poi durante la guerra, soldati e prigionieri italiani e statunitensi. E, nel 1940, i 316 naufraghi dell’«Orazio», nave incendiatasi al largo di Tolone.
 Centinaia di migliaia di vite sono transitate per i ponti e le cabine del transatlantico «Conte Biancamano», esposto al Museo della Scienza. Ripercorrerne la storia è un viaggio nel mondo perduto dell maestose «città galleggianti» che dominavano i mari, quando ancora erano l’unico mezzo di trasporto in grado di collegare continenti lontani e di raggiungere i luoghi più remoti. Esattamente un secolo fa, il 23 aprile 1925, la compagnia di navigazione Lloyd Sabaudo, varò il lussuoso piroscafo, in grado di portare 1750 passeggeri e 459 membri dell’equipaggio. A novembre di quell’anno fece il suo viaggio inaugurale sulla linea Genova – Napoli – New York, per poi spaziare, nei decenni a venire, fra l’Africa, il Sud America e il Medio Oriente. L’epoca dei transatlantici tramontò tra gli anni ’60 e ‘70, con l’avvento del trasporto aereo. L’«Augustus», il «Toscana», il «Roma», il «Cristoforo Colombo»: i giganti del mare italiani sono stati tutti demoliti.
 Tutti tranne il «Conte Biancamano», che non è andato perduto per merito dell’ingegner Guido Ucelli di Nemi, il fondatore del Museo della Scienza. Tra il 1960 e il 1961, riuscì ad acquisire una grande porzione del transatlantico: il ponte con la plancia di comando (alto 16 metri e pesante mille tonnellate, con la sala nautica e la sala radio), il ponte delle lance con alcune cabine di prima classe e la sala da ballo, con il grande fregio a soffitto in stucco, di oltre 11 metri di diametro, che ospitava il bar e il palco per l’orchestra. Il padiglione aeronavale del Museo fu costruito proprio in base alle cubature monumentali del piroscafo, perché potesse contenerlo. E ancora oggi è uno degli oggetti più amati e fotografati dai visitatori. Anche se, da anni, ponti e cabine non sono più visitabili.
Il transatlantico Conte Biancamano compie 100 anni, l’appello del Museo della Scienza: «Uno sponsor per il restyling»
Il salone da ballo
Il regalo di compleanno che il Museo vorrebbe fare al «Biancamano» è proprio un restauro che permetterebbe di riaprirlo. E si cerca un mecenate che voglia dare una mano. «Nei prossimi mesi il padiglione Aeronavale che lo ospita sarà interessato da importanti lavori strutturali che realizzeremo grazie al contributo del Comune di Milano, proprietario dell’immobile in cui ha sede il Museo e socio sostenitore – sottolinea il direttore generale, Fiorenzo Galli -. A seguire verrà realizzato un nuovo progetto museologico per rendere accessibile e valorizzare il transatlantico: è infatti necessario un restauro della Sala da Ballo, delle cabine di prima classe, della plancia di comando, della sala radio e dei ponti superiori. Siamo alla ricerca di un partner generoso che ci possa sostenere, proprio a fronte dell’unicità di questo grande oggetto: si tratta dell’unica parte conservata di un transatlantico storico in Italia».
Il «Conte Biancamano»
Nell’attesa che qualcuno risponda all’appello, nei weekend del 10, 11 e poi 17 e 18 maggio, grazie al contributo di Regione Lombardia, il Museo celebrerà i 100 anni del transatlantico con visite guidate a tema, laboratori e altre attività. Un’occasione per ripercorrerne i fasti e immaginare di salire a bordo, di ascoltare la musica jazz dell’orchestra, di fare shopping nelle fornitissime boutique in prima classe, di cenare nei ristoranti in grado di servire 60 mila pasti a traversata, con caviale e aragosta nel menù. E di passeggiare fra gli interni sfarzosi progettati da Adolfo Coppedè, uno dei più famosi architetti dell’epoca, poi ridisegnati per il riallestimento post bellico nel 1947, da Mario Sironi e Giò Ponti.