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 2025  aprile 13 Domenica calendario

Intervista a Ornella Muti

Ornella Muti, una vera diva italiana e internazionale. Protagonista di film bellissimi, diretta dai più grandi del cinema. Amatissima. Eppure defilata. Lo star system le è sempre pesato?
«Ci sto riflettendo in quest’ultimo periodo. Mi sono sempre tenuta fuori da un certo mondo, da certe feste... anche quelle giuste. E questo un po’ mi ha penalizzata. Perché si sa, quanto pesano i contatti. Mi spiace che si pensi che ho la puzza sotto il naso, non è vero».
Perché si esclude?
«Io nasco timidissima. E lo sono ancora. Da ragazza aspettavo le signore anziane per attraversare. Ma mica per aiutare loro, è che io ero talmente timida che avevo bisogno di stringere la mano di qualcuno».

Nascono da qui i suoi favolosi «Non so» quando non vuole rispondere alle domande?
«Pensi che ho un amico che mi chiama “Non so”».

Anche senza troppe feste è diventata lo stesso Ornella Muti.
«La mia forza è sempre stata la mia famiglia».
È più bello fare la mamma o la nonna?
«Adoro i miei nipoti. Ma i figli... se ci penso piango. Guardare quegli occhi nei tuoi e pensare: è mio. Mi ha dato una felicità estrema».
Tre figli.
«Tre. E tutti amati allo stesso modo. Pare, da fuori, che io abbia solo Naike, perché lei sta molto sui social».
Però lei è stata la sua prima. E avete un rapporto speciale. È sempre stato così?
«L’ho avuta che ero una bambina (aveva 19 anni, ndr), volevo tenerla sempre attaccata a me. Magari lei andava in un’altra stanza e io subito: “Naike dove vai? Stiamo insieme”. È stata la mia sorellina, la mia guida. Mi ha salvata».
Da cosa?
«Io sono una ragazza degli anni 70. Ero giovane, e quella era un’epoca dove si sperimentavano le droghe. C’era un gruppetto, a Roma, tutto di persone famose, e si facevano. Anche le ragazzine. Ma io dovevo tornare a casa da lei. È stata il mio faro. Altrimenti sai, chi lo sa. Nella vita si fanno degli errori».
Lavorate insieme e vivete nel Monferrato, in Piemonte. E avete diversi progetti. Quali?
«Tanti e diversi. Produrremo delle borse vegane insieme a un gruppo di donne russe che aprono un’azienda in Italia. Mi piacerebbe fare un profumo. E fonderemo un centro dove gli adulti possano lavorare sulla loro parte ludica. E poi, Naike ha scritto una storia».
Per un film?
«Probabilmente sarà una mini serie. Solo pochi giorni fa sono stati definiti i fondi con cui realizzarla. È una storia dove c’è una donna adulta ma anche altre giovani».
Riguardo ai ruoli, è soddisfatta di quelli che le propongono oggi?
«Io sono molto contenta di ciò che ho fatto e spero di fare ancora cose interessanti... ma ruoli belli per donne grandi ce ne sono proprio pochi. Un po’ te li devi procurare, un po’ devi sperare. Io non mi accontento tanto per recitare, accetto cose anche piccole ma che mi piacciono e dove mi posso divertire. Per fortuna ho il teatro, e sono felice».
È un problema solo italiano?
«Soprattutto italiano. Se guardi il Netflix spagnolo ci sono delle serie pazzesche, con grandi idee. Qui è tutto melodrammatico».
Clizia Incorvaia ha detto, per esempio, che molte persone avevano rifiutato Eleonora Giorgi.
«E ha ragione. È stata lasciata sola. E in certe occasioni le hanno dato anche delle brutte risposte... In Francia non è così. Una Catherine Deneuve è sempre Catherine Deneuve».

Ferreri, Citto Maselli, Monicelli, Verdone, Woody Allen, Virzì, John Landis, Nuti... Chi ha amato e odiato di più?
«Ho avuto dei grandissimi maestri. Non mi va di puntare il dito contro nessuno. Il più tenero forse è stato Ferreri. Anche se all’inizio litigavamo e mi dirigeva il suo aiuto regista. Poi ci siamo tanto piaciuti. Una volta dovevo fare un film con lui, e rimasi incinta. Lo chiamai e glielo dissi. Mi rispose che era una meraviglia e che da anni voleva fare un film sulle donne che partoriscono, collegarlo con lo yoga, la luna. E sulla frustrazione dell’uomo che non poteva farlo».

Di Ferreri fece anche L’ultima donna con Depardieu, che in questo periodo vive grosse grane giudiziarie. Con lei come si comportò?
«Gerard ha un’energia incredibile, quando lui arriva si muovono le pareti. Ci ho lavorato parecchio, abbiamo fatto anche il Conte di Montecristo. È sempre stato molto carino, anche generoso. Un giorno è arrivato sul set e mi ha regalato un anello di rubini, smeraldi. È un attore vecchio stampo. Ci si divertiva. Ora poi non so, in quello specifico cosa è successo».
Lei si è sentita appoggiata dalle donne?
«Non so... eccolo, è uscito il mio non so. Mi ci sono rapportata poco con le donne. Qualcuna dalla mia parte l’ho avuta, come Eleonora. Ma forse anche a causa della mia timidezza. È molto difficile per le donne, si fa una fatica enorme, dobbiamo lottare con i denti. Sempre colpevolizzate e penalizzate».
Dai maschi si è dovuta difendere?
«Sempre
. Da ragazza, prendevo l’autobus per andare a scuola. Mi davano fastidio. A volte c’era qualche signora che capiva con uno sguardo e mi lasciava il posto. Ecco, basta parlarne e viene fuori che le donne mi hanno protetta... Quando ho iniziato con il cinema, c’era mia mamma con me».
Di Celentano ha detto che è stato il suo unico tradimento. Ne valeva la pena?
«Beh, io penso che se è successo, ne valeva la pena».

Ma quando, dopo anni, lui ha confessato, lei cosa ha pensato?
«Ho pensato: ecco, vedi gli uomini? Dettano sempre legge. Noi poi eravamo stati molto attenti. Ma io dico, se vuoi uscire allo scoperto, visto che non hai fatto tutto da solo e c’ero anche io, ma ti vuoi confrontare con me? Chissà che gli ha detto il cervello».
Lei, gentile, ha affermato che conserva ancora dei bei ricordi. Uno?
«Al di là della nostra storia, che è stata una piccola parte, Adriano era così divertente... sul set non era mai come andare a lavorare. Si giocava. Era una risata costante. Per tutti, tecnici compresi. Lui faceva il pazzo. Come Verdone aveva le sue fobie».
Tipo?
«Carlo, si sa, è ipocondriaco. Adriano aveva il terrore di passare sotto i tunnel, di prendere l’aereo. Ha varie manie».

Ci va sempre in Russia?
«Costantemente».
Ha conosciuto Putin?
«Per modo di dire. L’ho incontrato a un evento di beneficienza che mi è costato caro in quanto a critiche. È stato gentile con me. E ci mancava pure».
A marzo ha compiuto 70 anni.
«Fa un po’ paura... per le conseguenze che si porta dietro. Io non mi sento vecchia...».
Però?
«Però ho il timore che la gente possa cambiare sguardo su di me. E mi consideri la “donna anziana”. Io voglio essere considerata per quella che sono, non per la mia data di nascita. Sono grata a Eleonora per una frase che ha detto».
Quale?
«Quando ha dichiarato che non si è chiesta perché le fosse capitata la malattia, “quando ho vinto il David di Donatello non mi sono domandata perché a me”. Mi ha tagliato le gambe. Bisogna farci caso a quando ti svegli e sei serena, stai bene, i tuoi figli ti danno un bacio, hai mangiato cose buone...».
Il suo bilancio?
«La mia vita è stata meravigliosa. E piena di avventure. Di alti e bassi. Ho conosciuto persone incredibili. Ho visto luoghi speciali. Ho incontrato animali da tutte le parti...».
Le manca un amore?
«Certo che lo vorrei avere qualcuno che mi prenda tra le braccia, che mi coccoli, che mi sostenga, che quando ho un momento buio mi ci possa rifugiare...».

Di cosa ha paura?
«Io l’amore l’ho pagato a caro prezzo».

Cosa è successo?
«Che, pur di averlo, mi sono messa da parte. Non ho mai voluto vedere veramente la realtà pur di tenere vivi rapporti che altrimenti non sarebbero andati avanti. Io preferivo vivere il mio sogno. E oggi non sono più disposta a quello. Per quanto dura e brutta possa essere la realtà, voglio esserci dentro a piene mani. Perché è l’unica cosa che ho».