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 2025  aprile 11 Venerdì calendario

I piloti riservisti: “Basta guerra a Gaza”. Ma Israele li licenzia tutti

Una lettera aperta per chiedere al governo israeliano di dare priorità alla liberazione degli ostaggi prigionieri a Gaza, piuttosto che alla guerra contro Hamas. A firmare l’appello, pubblicato a tutta pagina su numerosi quotidiani, mille riservisti dell’Aeronautica dello Stato ebraico attivi o in pensione.
Il documento, ribattezzato “la lettera dei piloti”, ha scatenato furiose polemiche in Israele, con il premier Netanyahu che ha bollato i firmatari – tra cui spiccano i nomi dell’ex capo di Stato maggiore dell’Idf, Dan Halutz e Nimrod Sheffer, già alla guida della direzione della pianificazione dell’esercito – come «un gruppo estremista marginale, che ancora una volta sta tentando di distruggere la società israeliana dall’interno». Mentre l’Idf ha annunciato che congederà i firmatari ancora in servizio attivo come riservisti (una sessantina). «Non possono usare il marchio dell’Aeronautica militare israeliana – è la motivazione – per protestare ed esprimere posizioni politiche».
«La continuazione della guerra a Gaza – sostengono invece i firmatari – non favorisce nessuno degli obiettivi dichiarati e causerà la morte di ostaggi, soldati dell’Idf e civili innocenti». Per i piloti riservisti, che implicitamente criticano il premier Netanyahu e il suo governo, il conflitto favorisce «interessi politici e personali anziché promuovere la sicurezza di Israele». «Come è stato dimostrato in passato, solo un accordo può restituire gli ostaggi in sicurezza».
Sono ancora 59 i prigionieri nelle mani di Hamas a Gaza, di cui 24 ritenuti ancora in vita dalle autorità israeliane. Chi è tornato dalla Striscia ha raccontato una realtà fatta di catene, stenti e torture quotidiane, supplicando governo e leader internazionali, primo fra tutti il presidente americano Donald Trump, di riportare a casa gli ultimi rapiti del 7 ottobre. Un obiettivo considerato prioritario dal 68% degli israeliani, secondo un sondaggio dell’Israel Democracy Institute, contro il 25% di coloro che pensano sia più importante distruggere Hamas.
Il governo però insiste nell’affermare che solo la pressione militare può assicurare il ritorno degli ostaggi, con l’esercito israeliano vicino al controllo dell’intera zona di Rafah. «Respingo fermamente il tentativo di minare la legittimità della guerra giusta che le nostre truppe stanno conducendo a Gaza per il ritorno degli ostaggi e la sconfitta dell’organizzazione terroristica Hamas», replica il ministro della Difesa, Israel Katz. Accuse che Guy Foran, uno dei promotori dell’appello, respinge. «Tutto il caos che questa lettera ha creato all’Aeronautica, che continuiamo ad amare, è un prezzo alto, ma che varrà la pena pagare per riportare l’attenzione sugli ostaggi».