repubblica.it, 11 aprile 2025
Il calcio al tempo del Ramadan, così si allenano e giocano i campioni che lo osservano
Ramadan e calcio, astensione e competizione. Combinare i due aspetti è essenziale per i calciatori musulmani, che durante il nono mese del calendario islamico rinunciano ad assumere alimenti solidi o liquidi dall’alba al tramonto. Da Yamal a Salah e Calhanoglu, sono numerose le stelle che rispettano il quarto pilastro dell’Islam.
La sensibilità del panorama sportivo verso le pratiche spirituali è aumentata notevolmente nel corso del tempo. In passato non sempre è stato semplice trovare dei compromessi tra le parti. In Italia è celebre il caso Muntari del 2009: durante la partita tra Inter e Bari, Mourinho sostituì il centrocampista dopo mezz’ora e attribuì al Ramadan la colpa del suo scarso rendimento in campo. Una motivazione respinta dai rappresentanti della comunità islamica e che portò l’allenatore a ricevere delle minacce anonime attraverso internet. Sulla questione intervenne anche Lotito, dichiarando di non trattare chi osservava questa pratica. Con il passare del tempo, il presidente della Lazio ha cambiato opinione, come testimonia la presenza di calciatori come Dia nella rosa biancoceleste.
A modificare il proprio atteggiamento è stato tutto il mondo sportivo. Questo ha comportato un aumento delle tutele nei confronti dei giocatori, come ha sottolineato anche l’ex terzino del Napoli Faouzi Ghoulam a Sky Sport: «Rispetto a quando ho iniziato la mia carriera, in Francia al Saint Etienne, la percezione generale è cambiata in modo positivo, forse anche perché i calciatori musulmani che militano nei principali campionati europei sono aumentati. Nella partita tra Lille e Borussia Dortmund di Champions League, per citare solo l’ultimo esempio, l’arbitro ha sospeso il match non appena è calato il sole, consentendo a chi ne avesse bisogno di rifocillarsi. È stato un momento bellissimo e molto significativo».Nell’ultima pausa per le nazionali, Yamal è diventato il primo giocatore a osservare il Ramadan durante il ritiro con la Spagna. Il talento del Barcellona ha raccontato la sua routine in un’intervista a Dazn: «Mi alzo alle cinque del mattino per pregare. Prendo elettroliti, che mi mantengono idratato per tutto il giorno. Al tramonto cerco di non assumere zuccheri e bevo molta acqua. La situazione è ben controllata».
In alcuni casi, però, i calciatori hanno interrotto il digiuno per arrivare a una partita o a un evento importante al massimo della condizione. Un esempio è quello di Ozil ai Mondiali del 2014, vinti dalla sua Germania. Salah, Mané e Sissoko hanno preso la stessa decisione prima della finale di Champions League tra Liverpool e Tottenham del 2019.Per non compromettere il proprio rendimento è possibile avere anche alcune accortezze: «L’allenamento mattutino consente all’atleta di dedicarsi all’esercizio potendo godere dei benefici delle ore di sonno appena trascorse e dell’apporto energetico della colazione», spiega Chiara Vitobello, biologa nutrizionista ed ex campionessa italiana di salto in alto. «Per quanto riguarda l’alimentazione, sarebbe indicato assumere tra il tramonto e l’alba le calorie che si stima il calciatore abbia bruciato durante la giornata. Consumare più pasti permette di renderli singolarmente meno abbondanti e quindi più facilmente digeribili. Si possono anche utilizzare prodotti come proteine in polvere e integratori alimentari a base di zuccheri e sali minerali».
L’aspetto più rilevante, però, è quello della disidratazione, a cui i giocatori sono esposti non potendo reintrodurre i liquidi persi con il sudore, con un impatto non solo sulle prestazioni, ma anche in termini di salute. «Quando termina il digiuno bisogna bere spesso, in piccole quantità e senza affidarsi alla sensazione della sete che potrebbe scemare non riflettendo le reali necessità dell’organismo. Per evitare condizioni di iponatriemia sarebbe opportuno abbinare all’assunzione di acqua anche quella di sodio. Il Ramadan è sicuramente un periodo più pressante per l’organismo, ma con alcuni accorgimenti è possibile portare avanti l’attività sportiva».