repubblica.it, 7 aprile 2025
L’attacco di Mantovano ai magistrati: “Sviano dalla loro funzione, caso più grave delle toghe rosse”
Avanti tutta contro il “deragliamento” della magistratura “dai propri confini”. Un vero e proprio “sviamento giudiziario” che addirittura “va anche al di là delle correnti, attraversa tutte le giurisdizioni”: di fronte al governo è intenzionato ad andare fino in fondo. È un Alfredo Mantovano particolarmente tagliente quello che, dal Consiglio nazionale forense a Roma, ospite lo stesso ministro della Giustizia Nordio, mette all’indice le toghe italiane.
"Non riduciamo questo scenario a un racconto di ’toghe rosse’ in azione, che forse aveva senso 30 anni fa e ora è macchiettistico – taglia corto il sottosegretario della presidenza del Consiglio, la mente delle riforme al fianco di Meloni – C’è qualcosa di più complesso e di più grave. È un ormai cronico sviamento della funzione giudiziaria, perché quest’ultima deraglia dai propri confini e decide, insieme alle norme, le politiche sui temi più sensibili, e chi quelle politiche deve applicare. Ed è uno sviluppo che attraversa tutte le giurisdizioni, a prescindere dalle appartenenze correntizie. Ritrovare l’equilibrio è indispensabile”. Ma il sottosegretario affronta anche il tema spinoso delle pronunce sui migranti, sgradite al governo e alla maggioranza, che hanno determinato accuse ai giudici, culminate poi nell’attacco alle Sezioni Civili unite della Cassazione”.
“Il tema della giurisprudenza creativa” è “diffuso fra tutte le giurisdizioni, con riferimenti alle fonti internazionali ed europee, dando una lettura ’estensiva’, per non dire arbitraria, delle norme costituzionali”, è tranchant il sottosegretario. Che aggiunge: c’è “la tendenza delle corti a negare spazi regolativi al legislatore”, che erode “gli spazi di diretta espressione della sovranità popolare. Pensiamo, per riportare un esempio di leggi sistematicamente disapplicate, a quelle in materia di immigrazione”.
Mantovano quindi ribadisce, parlando al Consiglio forense: “Quello che noi desideriamo non è delegittimare l’Unione europea, bensì che la nostra Repubblica continui a preservare il suo fondamento”.Un affondo che certo peserà sulla preparazione del prossimo incontro, previsto il 15 aprile, tra l’Associazione nazionale magistrati e il Guardasigilli, già preceduta da dissenso interno.
Le parole del sottosegretario arrivano peraltro, forse casualmente, dopo i riferimenti diretti della magistratura associata e dei togati del Csm proprio al suo caso: cioè “all’incoerenza” con cui da destra si criticano persino le partecipazioni delle toghe a un convegno, “mentre l’attuale sottosegretario a Palazzo Chigi, Mantovano, è rientrato in magistratura subito dopo le numerose esperienze in Parlamento. È stato in Cassazione, oggi di nuovo in politica e non ha mai lasciato l’ordine giudiziario”.