Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  marzo 22 Sabato calendario

A proposito di Catherine Nixey, nel nome della croce

Mentre Iperborea ripropone una importante biografia di Maometto scritta anni addietro dall’iraniano da tempo olandese Kader Abdolah, Il messagggero. Vita di Muhammad il Profeta, le case editrici dei protestanti italiani Claudiana e Paideia mandano in libreria i due volumi del Cristianesimo e le religioni greco-romane di Luke T. Johnson, e Bollati-Boringhieri Nel nome della Croce di una storica e giornalista inglese, Catherine Nixey. È soprattutto quest’ultimo a impressionare, dettagliato elenco delle violenze perpetrate dai cristiani a danno dei pagani e dei loro templi, una storia di violenza e di sterminio che molti cattolici dovrebbero leggere per capire di che lacrime grondi e di che sangue è fatta non solo la storia delle loro origini, che li ha visti dalla parte dei perseguitati ma anche quella di chi da loro è stato vinto e sconfitto.
È impressionante seguire in questo saggio i modi in cui il cristianesimo si affermò non solo grazie ai suoi martiri ma anche mandando al martirio tanti pagani, e distruggendo sistematicamente i segni della loro fede. Una storia di tremende violenze perpetrate in nome di un Dio di bontà e i un suo santo profeta. Gott mit uns è un grido ricorrente nella storia dell’umanità, anche dopo il predicatore di bontà che fu Gesù il Cristo. E la Storia, quello «scandalo che dura da diecimila anni» e più secondo Elsa Morante, è da sempre la storia di Caino e Abele, fratelli e nemici.
«Dio è con noi» hanno ripetuto tanti profeti e tanti popoli, poiché la storia non insegna un bel niente, e anzi serve da esempio – con il ricordo dei suoi massacri – alle nuove oppressioni, anche da parte di chi tragiche oppressioni ha subito.
Catherine Nixey, figlia di cristiani credenti e praticanti, ci guida alla conoscenza di una storia che si ama dimenticare, con ricostruzioni e citazioni spesso agghiaccianti di quel che hanno detto i suoi teorici, santificati dal cristianesimo vittorioso.
L’insegnamento spirituale si è tante volte trasformato in potere temporale, anche prima di Costantino, e i cristiani hanno fatto ricorso agli stessi mezzi a cui ricorrevano i loro nemici, quando erano loro a dominare. E, leggendo la storia evocata da Nel nome della Croce, si pensa necessariamente anche al presente, e non è affatto diversa la giustificazione che tante volte sentiamo ripetere che la nostra religione è più bella e più pura di quella degli altri.
E intanto le stragi continuano e non hanno mai smesso di accadere, nel nome di un dio di cui qualche profeta e qualche popolo si è creduto o si crede lo strumento privilegiato. È bene continuare a diffidare di coloro che si ostinano a dire «Dio è con noi» e che siamo «noi» i portatori di una vera civiltà. Eredi di Caino piuttosto che di Gesù, o del Budda, o di Maometto.