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 2025  marzo 13 Giovedì calendario

Campi Flegrei, la scossa più forte da 40 anni e il Far West edilizio: i veri problemi iniziano ora

Eravamo stati facili profeti nel ricordare, proprio poche settimane fa, che il problema ai Campi Flegrei non è tanto quello di una eruzione a brevissimo tempo. Quella può sempre avvenire, ma, realisticamente, non domani, perché non abbiamo evidenze di risalita della colonna di magma che, per quanto ne possiamo dedurre ora, sta raffreddando nella camera magmatica e nei condotti sotterranei. In ogni caso i vulcani flegrei sono talmente controllati ora per ora che sarebbe difficile che una prossima eruzione ci colga del tutto all’improvviso. In linea teorica, dunque, la scossa di questa notte, di magnitudo 4,4 Richter, non prelude in sé stessa a fenomeni vulcanici disastrosi né si può dire se sia la capostipite di una sequenza sismica altrettanto energetica. È stata la scossa più forte da circa 40 anni a questa parte, insieme a quella di identica magnitudo del maggio scorso, ma poco altro possiamo aggiungere.
La situazione dei prossimi giorni potrebbe assomigliare a quella della primavera 2024, con sismi che si susseguono alla scossa principale, ma con minore entità, in attenuazione. Oppure potrebbe essere sostenuta un’attività sismica più “robusta” la cui evoluzione sarebbe tutta da verificare. In ogni caso sembra che l’allerta eventuale riguardi oggi piuttosto il bradisismo che non un’eruzione, fermo restando che ancora non si riesce a stabilire con certezza se il sollevamento del suolo degli ultimi mesi e anni sia da ascrivere alla pressione dei fluidi che si trovano in testa alla colonna magmatica, oppure a quella del magma stesso, fenomeno che, se si riscontrasse, renderebbe la situazione drammatica. Stabilito questo, però i problemi non sono finiti, anzi, in qualche modo, iniziano ora, vista la situazione di questa notte. In questo senso eravamo stati buoni profeti a ricordare che è la situazione edilizia il vero problema dei Campi Flegrei e del napoletano.
Non è infatti normale che si verifichino crolli, seppure di calcinacci, tegole, comignoli, con un terremoto di quella magnitudo, non è normale che ci siano feriti e rischi ancora più gravi, che una persona venga estratta dalle macerie, che si aprano crepe negli edifici e che si registri un caos micidiale che rende ogni operazione complicata. Nei decenni si è favorita la crescita degli insediamenti, si sono addirittura costruite nuove abitazioni, quando il primo comandamento doveva essere mattoni nuovi zero: nessuna nuova costruzione in un’area a così elevato rischio. Un rischio noto da secoli, o comunque da decenni e che non poteva in nessun modo essere trascurato, almeno dopo la crisi bradisismica degli anni ’80 del XX secolo.
Oltre a questo inurbamento che ha accresciuto il rischio non si è poi fatto quasi nulla in termini di prevenzione. Non è il terremoto che ti uccide, ma la casa costruita male che ti crolla addosso. Perciò si sarebbe dovuta mettere mano a un piano di risistemazione degli edifici pubblici e delle infrastrutture e si sarebbero dovuti incrementare anche gli interventi di risanamento degli edifici privati. Nulla di tutto ciò è stato fatto, le costruzioni giacciono in condizioni precarie quando non fatiscenti: non ci si può meravigliare se subiscano crolli o peggio. Nessuno ha investito un euro in prevenzione, affidandosi alla fortuna e non rendendosi conto che eruzioni e sismicità lì sono e saranno la regola. Per sempre, alla scala dei tempi dei sapiens, non per qualche anno.