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 2025  marzo 12 Mercoledì calendario

Così i pappagallini hanno fatto il nido nei cappotti termici dell’ecobonus. Con l’aiuto dei picchi

Un nido dove deporre le uova scavato nel cappotto termico degli edifici ristrutturati da poco, da cui adesso “sbucano” le testoline di pappagallini colorati, inquilini indesiderati anche se molto belli. È la situazione denunciata da residenti della Barca, tra le vie Lorenzetti e Wiligelmo, che in questi giorni contemplano dalle loro finestre un via vai di parrocchetti da collare, intenti a “arredare” la casetta scavata nel muro esterno delle abitazioni dai picchi. Poi si tratterà di deporre le uova e covarle. «Si tratta in realtà di un grave problema, più volte segnalato a proposito dei cappotti termici, perché i picchi cominciano a scavare quando vedono dei buchini in cui ad esempio entrano insetti. In questo caso non si tratta di alberi, troppo scarsi in città, ma delle facciate degli edifici – spiega Roberto Tinarelli, presidente dell’associazione degli ornitologi dell’Emilia-Romagna – La stagione della nidificazione inizia proprio adesso, finirà quando i piccoli voleranno via, tra qualche mese. Secondo una stima fatta con metodi assolutamente scientifici, nel Comune di Bologna oggi si trovano tra 300 e 400 coppie di parrocchetti, in generale nelle città ci sono molti pappagalli».
Questi uccellini adesso vengono definiti una “specie aliena”: importati dall’estero, a un certo punto sono stati liberati e oggi si sono “naturalizzati”, cioè si sono ambientati e vanno aumentando di anno in anno. Non sempre poi finiscono per fare il nido in questi buchi scavati nella facciata di alcuni edifici con il cappotto termico, come quello di via Wiligelmo che presenta evidenti cavità, ma in ogni caso allargano il pertugio fatto dai picchi e poi potremmo dire che “visitano l’appartamento” prima di decidere se prenderne possesso.
In questo momento sono visibili in certe ore del mattino o della sera, per il resto del tempo, cercano e trasportano rametti. Con buona pace dei residenti, che erano convinti di aver dotato la propria casa di un rivestimento robusto. «Io amo molto gli uccelli, sono anche una volontaria Lipu, ma sinceramente preferirei che non rovinassero il cappotto che abbiamo installato – spiega Barbara Pirazzini, residente in via Lorenzetti – nel nostro caso i pappagalli si installano al settimo piano, nel bordo del tetto, sotto una bandinella di metallo che dopo l’installazione del cappotto non è più sigillata. C’è anche un video realizzato da un condomino che mostra chiaramente un pappagallo intento a costruirsi il nido in questo spazio. Stiamo aspettando che vengano a fare sopralluoghi ma ormai è tardi: se gli uccelli fanno il nido, disturbarli o ucciderli è un reato e io non esiterò a denunciare questo tipo di attività».
Altri condomini trovano ogni giorno bricioline di polistirolo sul davanzale, risultato dell’attività di scavo, ma in effetti la stagione della nidificazione è cominicata e a questo punto non si può intervenire. «Qualsiasi specie che si riproduca è protetta dalla legge – spiega Tinarelli – a parte topi, ratti e nutrie. La distruzione di nidi in questo momento dell’anno è un reato, qualsiasi operazione di questo genere è da considerarsi illegale, bisogna aspettare l’autunno, chiudere i buchi e poi trattare la superficie con dei prodotti repellenti. Bisogna ammettere però che si tratta anche di metodi empirici, perché questa problematica è relativamente nuova».
I parrocchetti monaci e i rischi per la nostra salute
Queste specie di uccelli dal punto di vista dell’ecologia si definiscono molto “plastiche”, cioè capaci di adattarsi all’ambiente circostante e alle situazioni che trovano. In mancanza di alberi con cavità abbastanza grandi, vanno in cerca di altri spazi e questo decreta il loro “successo” dal punto di vista evolutivo, cioè l’affermarsi come presenza in un contesto. A farne le spese sono i cappotti termici, molto discussi a livello politico e adesso anche a forte “rischio nido”.