la Repubblica, 12 marzo 2025
Omicidio Chiara Poggi, pm: “Nuovi esami su tracce di dna”. Il legale di Sempio: “Lui sta male”
"Andrea sta male, domani deve sottoporsi all’esame del Dna e io lo accompagnerò”. Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, indagato dalla procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, vedrà il suo assistito poco prima di presentarsi nella sede della Scientifica dei carabinieri, dopo che la scorsa settimana ha negato l’assenso a sottoporsi ai prelievi quando ha ricevuto l’informazione di garanzia.
"Dopo aver saputo di essere indagato, ha deciso di mettersi in ferie – spiega il legale -. Deve vendere telefoni al pubblico, non se la sentiva di incontrare delle persone”. L’avvocato annuncia che poi incontrerà il pm titolare dell’inchiesta, Valentina De Stefano. “Cercheremo di capirci qualcosa di più”.
Su di lui ci sarebbero “nuovi elementi indizianti”, come scrive la procura di Pavia nel ricorso col quale ha chiesto alla Cassazione di riaprire l’indagine sul delitto di Garlasco. In particolare, gli inquirenti vorrebbero svolgere ulteriori approfondimenti su due dei temi cardine dei processi a carico di Alberto Stasi: le impronte delle scarpe sulla scena del crimine e quelle sul dispenser del sapone nella villetta di via Pascoli della famiglia Poggi.
"Il pm avanzava una nuova istanza di riapertura delle indagini, nuovamente argomentando in ordine alle indagini che intendeva condurre – si legge nel documento – in aggiunta agli elementi già sottoposti, il pm richiedente, acquisita una nuova consulenza tecnica della difesa di Stasi inerente la compatibilità della grandezza delle impronte repertate sul luogo del delitto con la taglia delle scarpe di Andrea Sempio, avanzava una nuova richiesta di riapertura delle indagini, chiedendo di essere autorizzato a: completare, anche con accertamento peritale, le indagini genetico forensi aggiornate allo stato della tecnica e della scienza attuale; confrontare le impronte papillari raccolte sul luogo del delitto con quelle mai acquisite di Andrea Sempio; escutere gli amici dell’epoca di Chiara Poggi e di suo fratello Marco al fine di ricostruire compiutamente le frequentazioni della vittima; interrogare Andrea Sempio”.
Quindi non solo le due consulenze, una della difesa e una della Procura di Pavia, dalle quali è risultato che le tracce di Dna sui margini delle unghie di Chiara Poggi portano all’amico del fratello, Andrea Sempio, ma anche due elementi ritenuti indiziari e cioè tre telefonate e uno scontrino conservato per circa un anno ritenuti altamente sospetti. Riparte da qui la nuova inchiesta, coordinata dai pm pavesi, sull’omicidio di Chiara, assassinata il 13 agosto 2007, a Garlasco e per il quale l’allora suo fidanzato Alberto Stasi sta espiando 16 anni di carcere, e che ora vede indagato anche Sempio.
Le indagini, delegate ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, già da tempo hanno cominciato a sbrogliare la matassa fatta di accertamenti parte dei quali eseguita in modo raffazzonato se non errato, valorizzando alcuni elementi un tempo non considerati idonei ad aprire una pista alternativa. Innanzitutto le tre chiamate partite dal cellulare di Sempio, il 4, il 7 e l’8 agosto. Tutte brevissime, rispettivamente di 10, 2 e 21 secondi e che hanno destato sospetti. Soprattutto la seconda e la terza in quanto Sempio avrebbe saputo benissimo che Chiara era a casa da sola e che Marco, con i genitori, era in vacanza in Trentino. L’altro elemento che ha destato sospetti, il biglietto del parcheggio di Vigevano, mostrato dall’amico del fratello di Chiara, per dimostrare che la mattina del delitto non era a Garlasco, mentre gli accertamenti sulle celle telefoniche dicono il contrario.
L’ipotesi che è stata avanzata è che si tratti di un alibi precostituito in quanto, è il ragionamento, in genere il biglietto di un parcheggio a pagamento si getta via una volta scaduto, ed invece è stato conservato per oltre un anno.
Consulenza Stasi: “Leggibilissima traccia di Dna di Sempio”
La consulenza della difesa di Alberto Stasi, firmata dai genetisti Lutz Roewer e Ugo Ricci, che ha di fatto dato nuovo impulso all’inchiesta sul caso di Garlasco, chiarisce, come spiegato da fonti difensive, che il tracciato del materiale genetico maschile, che era stato repertato nelle unghie di Chiara Poggi, è “leggibilissimo”. Dalla consulenza successiva disposta dai pm di Pavia, come si legge nel provvedimento di Cassazione di riapertura indagini, è emerso, poi, che uno dei “cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo” ad Andrea Sempio “risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima”.
Nel provvedimento della Cassazione si legge che la Procura di Pavia, con la pm Valentina De Stefano e l’aggiunto Stefano Civardi, “a seguito di atti di impulso (tra dicembre 2022 e gennaio 2023) da parte della Difesa” di Stasi ha “conferito incarico a propri consulenti al fine di analizzare le conclusioni cui erano giunti i consulenti di parte”, ossia quelli nominati dai difensori Giada Bocellari e Antonio de Rensis. E per “verificare se, allo stato attuale della scienza e della tecnica, le tracce di Dna maschile repertate nelle unghie della vittima (all’epoca delle prime indagini ritenute non utilizzabili a fini di comparazione), fossero utilizzabili per una comparazione genetica”.
Sulla base “della risposta ai quesiti da parte dei consulenti (per i quali uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima), il pm ritenendo di non poter proseguire le indagini nel procedimento contro ignoti, essendo emersi elementi indizianti a carico di Andrea Sempio”, già sottoposto ad “indagini nel procedimento penale 8236/16/21, inoltrava al Gip istanza di riapertura indagini”.