La Stampa, 12 marzo 2025
Riarmo, Giorgetti mette in guardia: “Non aumentare il debito, a rischio la stabilità finanziaria”
Le spese Ue per la difesa non dovranno mettere a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche, né comportare “un aumento significativo del debito pubblico”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al Question time alla Camera rispondendo ad una domanda sulla proposta Ue Rearm Europe. “L’attuale panorama geopolitico è caratterizzato da forte incertezza e complessità che non possono che essere fronteggiati articolando una risposta coerente da parte degli Stati membri dell’Unione europea”, sottolinea”, sottolinea. “L’Italia ha salutato positivamente la proposta della Commissione di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di Stabilità e Crescita (Psc), per le spese legate alla difesa. È stata una delle richieste che l’Italia ha sostenuto durante le discussioni senza ricevere soddisfazione”, aggiunge. Il Governo, tuttavia, “ha ben presente la necessità che la flessibilità concessa dall’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia non comprometta la sostenibilità delle finanze pubbliche e non comporti un aumento significativo del debito pubblico. Questo, infatti, lascerebbe i Paesi ad alto debito in una posizione di debolezza, aumenterebbe la frammentazione e rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria dell’area euro. Inoltre, come ho avuto già modo di chiarire, per il Governo italiano il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali per i cittadini, quali ad esempio la sanità e i servizi pubblici”.
"L’Italia ha pertanto elaborato una proposta, presentata all’ultima riunione del Consiglio Ecofin con l’obiettivo di colmare il divario di investimenti dell’Europa nel settore della difesa e della sicurezza e migliorare significativamente le sinergie tra risorse nazionali e a livello Ue, ma cercando per quanto possibile di minimizzare l’impatto sul debito pubblico. La proposta si basa sul rafforzamento di InvestEU per la difesa per accrescere la sua capacità di attrazione di investitori privati e il suo appetito per il rischio”, dice Giorgetti.
In estrema sintesi, aggiunge, “si tratta di un fondo di garanzia in più tranche, che ottimizza l’utilizzo delle risorse nazionali ed europee, con l’obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati. Con una spesa pubblica contenuta, un fondo di garanzia di circa 16,7 miliardi di euro potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi. L’iniziativa, punta in modo mirato al sostegno alla base tecnologica e al tessuto industriale europeo nei settori strategici della difesa, delle tecnologie dual-use, della protezione delle filiere critiche, dei dati e delle infrastrutture essenziali”. “È auspicabile – conclude – anche un ruolo maggiore per il bilancio dell’Ue e una cooperazione con la Banca europea per gli investimenti, preservando al contempo le operazioni e la capacità finanziaria del Gruppo Bei”.