Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  marzo 11 Martedì calendario

La povertà educativa (anche al Nord) e l’emergenza dimenticata

Dovremmo chiederci perché la qualità del capitale umano non è mai un’emergenza nazionale. Non è mai ai primi posti delle agende politiche. Certo, direte, ci sono altre priorità in questo momento. Si parla di investimenti nella Difesa, di riarmo. Non è il momento. Non è mai il momento. Alcuni interessanti dati sul nostro sistema educativo emergono da una ricerca Teha, a cura di Paolo Borzatta e Jonathan Donadonibus. L’Italia spende più per pagare gli interessi sul proprio debito che per gli investimenti nell’istruzione. Già questo dice tutto.
Per fortuna il Pnrr, il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, destina circa 30 miliardi all’Istruzione e alla Ricerca. Speriamo vengano impiegati bene. La spesa privata delle famiglie è pari alla media europea, circa 30 miliardi. Ma largamente inferiore a quella tedesca o francese. La Finlandia, che ha un invidiabile sistema pubblico (investe quasi il doppio, rispetto al Pil, dell’Italia) ed è in vetta alla classifiche sui rendimenti degli studenti, quasi zero. Le statistiche che riguardano i tassi di iscrizione della scuola primaria e secondaria ci vedono in buona posizione. Il numero degli studenti universitari cresce, ma grazie alle università telematiche (tutto bene?). La percentuale di laureati resta tra le più basse d’Europa. E ogni anno lo Stato subisce un danno economico stimato in 4,2 miliardi per la fuga di diplomati e laureati.

La povertà educativa è un problema serio e sottovalutato anche in ricche aree del Nord. E in Europa il rischio è stimato toccare il 25 per cento dei minori. In Italia il 70,5 per cento dei bambini e dei ragazzi tra 3 e 19 anni non è mai entrato in una biblioteca. E se andiamo a vedere la percentuale di italiani che, negli ultimi dodici mesi, hanno letto almeno un libro (fonte Eurostat 2022) ci troviamo al penultimo posto. La Finlandia legge il doppio. La Grecia ci ha superato da tempo.