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 2025  marzo 11 Martedì calendario

La Laguna di Orbetello invasa dai moscerini: l’ufficio postale deve chiudere per «calamità naturali»

«Chiuso per calamità naturali».  È il cartello che è apparso  lunedì 10 marzo nella sede delle poste centrali di Orbetello, una delle perle della Costa d’Argento, località turistica di prim’ordine, per quanto ancora fuori stagione. Che è successo? la domanda fra i tanti frequentatori quotidiani dell’ufficio, mentre intanto si scatenava un pandemonio di richieste di chiarimento sulla linea “calda” fra il Comune e le Poste del capoluogo Grosseto.
Nessuno, però, si è sorpreso quando la giustificazione è arrivata davvero: i locali erano stati invasi da stormi di moscerini, gli stessi che da oltre un mese stanno tormentando la vita dei residenti e dei commercianti, fra i quali cresce la rabbia: i primi costretti in casa con le tapparelle chiuse contro gli attacchi degli sciami, i secondi che vedono incrinati dall’assedio degli insetti non solo gli incassi giornalieri ma anche le prospettive per l’estate, che è, inutile dirlo, il clou dell’anno, quello che consente di far tornare i conti.
Va avanti così dai primi di febbraio, con gli abitanti che assistono a metà fra lo sbigottimento e l’ironia. «Se i moscini (così li chiamano i locali Ndr) fossero turisti, quest’anno Orbetello sbancherebbe», scrive su Facebook un residente. Il che già l’idea delle dimensioni del fenomeno. Ma non tutti riescono a prenderla sullo scherzo: «Siamo sotto attacco dei moscerini a casa mia in pieno centro, per favore si intervenga», drammatizza un altro utente dei social.
Di certo la preoccupazione è generale, anche perchè pare la replica, già a mezzo inverno, dell’invasione della scorsa estate, passata un po’ sotto silenzio fuori dalla cittadina, perchè l’attenzione era calamitata dai guai della laguna, dalla morìa dei pesci, dall’invasione delle alghe e dal conseguente (forse) inquinamento delle coste, ma che i residenti ricordano fin troppo bene. Un paio di mesi in cui i moscerini non davano tregua, nei bar, nei gazebi dei locali, nei ristoranti, coi clienti disgustati dagli insetti che si posavano ovunque. Poi un po’ di tregua e da mezzo autunno il ritorno di questi fastidiosissimi chironomidi, che non saranno pericolosi come gli “Uccelli” di Hitchcock, ma la cui presenza è altrettanto pervasiva.
Nell’ultimo mese l’allarme non ha fatto altro che crescere di giorno in giorno, fino alla chiusura delle Poste centrali, con quel cartello di calamità che ha fatto infuriare («eccessivo») il sindaco Andrea Casamenti, ma che dava il quadro degli sciami che di prima mattina avevano reso impossibile l’attesa dei clienti. Fino anche all’inferocita assemblea che la scorsa settimana si è svolta in Comune, col primo cittadino e la sua giunta da una parte, mentre commercianti e molti abitanti stavano sull’altro lato della barricata. Sono volate parole grosse, accuse reciproche di incapacità e anche insulti.
Forse sollecitato da tanta rabbia, Casamenti ha poi scritto un Sos al ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo l’istituzione di un tavolo istituzionale con lo stesso ministero, la Regione, la Asl, l’Arpat e i due comuni rivieraschi, Orbetello e Monte Argentario.
Intanto, il Comune aeva già avviato una disinfestazione d’urgenza, ancora in corso, volta a distruggere sia le larve dalle quali si sviluppano i moscerini che gli insetti adulti, responsabili di tanto disagio.
Commercianti e operatori turisti temono per la stagione balneare: chi verrà al mare sapendo delle torme di chironomidi? E quelli che verranno comunque, non scapperanno di fronte all’assedio? C’è poi il problema del suolo pubblico per i locali: vale la pena di chiederlo (pagandolo), ed è questa la stagione, se poi non si potranno servire i clienti all’aperto?
L’invasione è il risultato dei problemi della laguna più nota e tormentata d’Italia dopo quella di Venezia. La morìa per mancanza di ossigeno sta distruggendo i predatori naturali dei “mocini”, col risultato che questi crescono, si moltiplicano e prosperano, come nel Vangelo. Ecco allora che l’istituzione, votata di recente in parlamento, del Consorzio della Laguna, può avviare qualche soluzione di lungo periodo.
 Ma nel frattempo? C’è una costa intera, da Talamone ad Ansedonia, che attende una risposta.