la Repubblica, 10 marzo 2025
NoiPa, il paradosso degli statali: scattano gli aumenti, ma a marzo lo stipendio è più basso
Arrivano gli aumenti contrattuali per i dipendenti di ministeri e agenzie statali, ma le buste paga sono più leggere persino nel confronto con lo scorso anno. È il paradosso degli stipendi di marzo della Pubblica amministrazione, un pasticcio che ha innescato un’accesa discussione tra i sindacati che hanno firmato e quelli che non hanno firmato l’ultimo rinnovo delle funzioni centrali, e tra gli stessi lavoratori.
“Le strutture del Mef, con tutte le risorse disponibili impiegate su questa attività, sono al lavoro per poter applicare nel più breve tempo possibile il beneficio derivante dal cosiddetto “taglio del cuneo fiscale” a coloro cui spetterà. – afferma il ministero dell’Economia, rispondendo alle domande di Repubblica – Tuttavia, si segnala che non sarebbe stato in ogni caso possibile applicare a gennaio le disposizioni introdotte dalla legge di bilancio e che i tempi di adeguamento dei sistemi sono dettati anche dalla necessità di eseguire l’upgrade del sistema come richiesto dalla policy di ACN (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) in tema di sicurezza”.
Sul sito della piattaforma digitale NoiPa, la società che fa capo al ministero dell’Economia e che gestisce le buste paga di buona parte dei dipendenti pubblici, c’è l’annuncio dell’arrivo degli “adeguamenti retributivi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) 2022-2024 del comparto Funzioni centrali”: un aumento medio di 160 euro lordi mensili, circa il 6%, e fino a 1.000 euro circa.
Si legge ancora sul portale, “l’adeguamento dei tabellari stipendiali sarà visibile nell’emissione ordinaria, quindi sul cedolino mensile di marzo; il pagamento degli arretrati avverrà, invece, tramite un’emissione speciale, con esigibilità entro il mese di marzo stesso”.
Nessuna risposta, però, sul taglio del cuneo fiscale, di cui beneficiano gli statali con uno stipendio inferiore a 40mila euro lordi annui, cioè la maggior parte. E non solo al calcolo del taglio del cuneo fiscale: mancano all’appello anche le somme relative all’adeguamento delle indennità di amministrazione, previste da un decreto pubblicato pochi giorni fa. Anche su quest’aspetto il Mef annuncia che arriveranno la nuova indennità di amministrazione e quella di vacanza contrattuale.
Le contestazioni sono arrivate sia dai sindacati che hanno firmato il contratto (Cisl Fp, Confintesa, Confsal Unsa e Flp), che da quelli che non lo hanno firmato (Fp Cgil, UilPa e Usb). Confintesa ha scritto ai vertici del Tesoro e dei Sistemi informativi per chiedere di individuare i responsabili degli errori e prendere provvedimenti.
E i chiarimenti del ministero non sono ritenuti soddisfacenti: «Chiediamo al governo di fare immediata chiarezza su quanto avvenuto e in particolare sulle responsabilità che stanno alla base di comportamenti che ostacolano i risultati raggiunti. – afferma il segretario della Flp Marco Carlomagno – L’impegno delle organizzazioni sindacali che hanno firmato il contratto delle Funzioni Centrali non possono essere vanificati dai ritardi e dalle inefficienze di strutture, come quelle del Mef, diretta espressione del governo, che pure avrebbe dovuto vigilare su di loro”. Carlomagno precisa che i ritardi sono molteplici, e che era stata data assicurazione che gli aumenti arretrati sarebbero arrivati entro il mese di febbraio.
Sul sito web di Confsal-Unsa è visibile un lungo post: “Chi poteva immaginare che una struttura così importante per i dipendenti pubblici da loro amministrati avrebbe mostrato tutte queste inefficienze?”. Poi l’elenco di tutte le voci mancanti dallo stipendio di marzo.
Scettica la UilPa, che sottolinea come “i lavoratori si sono accorti che il salario è sceso rispetto non solo a quello del mese precedente, ma anche rispetto a quanto percepito lo scorso anno”.
Le polemiche investono anche i contratti non ancora firmati, e cioè quello della sanità e delle funzioni locali. Il nuovo decreto Pa (non ancora arrivato in Gazzetta Ufficiale) stanzia 190 milioni di euro per l’incremento dei fondi di amministrazione. Si tratta di 50 euro mensili che si aggiungono agli aumenti già previsti dal contratto, e che però aumentano le distanze con i dipendenti locali, che hanno le retribuzioni più basse della Pubblica amministrazione.