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 2025  marzo 10 Lunedì calendario

Romania, il filorusso Georgescu fa ricorso contro l’esclusione dalle presidenziali. Renzi lo difende

La nuova esclusione del candidato sovranista filorusso Calin Georgescu dalle presidenziali in Romania agita la politica europea. L’estremista di destra ha ufficializzato che ricorrerà alla Corte costituzionale dopo che ieri l’Ufficio elettorale centrale – con una decisione che a Bucarest ha provocato scontri tra manifestanti e polizia – ha bocciato la sua candidatura alle presidenziali del 4 maggio, elezioni che avrebbe ottime chance di vincere visto che secondo i sondaggi è intorno al 40%.
L’appuntamento è molto importante per l’Europa, perché in Romania il presidente ha poteri anche sulla politica estera e la vittoria di un filorusso anti-Nato potrebbe spingere Bucarest tra gli alleati Ue di Putin, come già sono oggi l’Ungheria di Viktor Orbán e la Slovacchia di Robert Fico. La Corte deciderà entro mercoledì sera.
L’esclusione alle elezioni di dicembre
Georgescu era stato già clamorosamente fermato a inizio dicembre dalla Corte costituzionale, che aveva annullato le presidenziali pochi giorni prima del ballottaggio dopo che il candidato filorusso aveva sorprendentemente vinto il primo turno con il 23 per cento, nonostante prima delle elezioni fosse praticamente sconosciuto e secondo i sondaggi si attestasse intorno al 5 per cento. Allora la Corte costituzionale ravvisò irregolarità e opacità nel finanziamento elettorale di Georgescu, che non aveva dichiarato neanche un euro di spesa ma che si era ritrovato favorito da una misteriosa campagna su TikTok dietro la quale i giudici vedevano la mano della Russia. Le autorità avevano per l’occasione fermato anche il capo della scorta di Georgescu, Horatiu Potra, già collegato al Gruppo Wagner, che ora si è rifugiato in un luogo segreto all’estero.
La situazione in Romania è tesissima. Il 26 febbraio Georgescu è stato fermato dalla polizia, interrogato e poi rilasciato, mentre durante perquisizioni nelle abitazioni della sua cerchia sono stati trovati nascosti soldi e armi. Il 6 marzo sei persone sono state invece arrestate con l’accusa di aver complottato con la Russia un colpo di Stato.
Le reazioni
“In Romania c’è una tirannia e in Europa una dittatura”, ha reagito Georgescu, invitando i sostenitori a rispettare le indicazioni dei due primi partiti di estrema destra, Pot e Aur, e a mantenere la calma fino al 4 maggio: “Restiamo uniti. Andiamo avanti insieme fino in fondo per gli stessi valori: pace, democrazia, libertà”, ha scritto Georgescu, che ieri aveva definito la sentenza “un colpo diretto al cuore della democrazia nel mondo!”.
Il suo alleato George Simion, leader dell’Aur che a Strasburgo è nello stesso gruppo di Fdi di Giorgia Meloni, ha anch’egli criticato la decisione di domenica dell’ufficio elettorale come “un grave abuso e attacco ai diritti fondamentali” e “un nuovo episodio” di un “colpo di stato”.
L’annullamento delle elezioni di dicembre è stato duramente criticato dall’estrema destra internazionale, compresi il miliardario Elon Musk, capo del dipartimento per l’Efficienza governativa americana, e il vicepresidente Usa JD Vance, che ha sollevato provocatoriamente il caso anche alla Conferenza di Monaco per attaccare la Ue.
E se la Commissione europea si limita a un “no comment, perché le elezioni sono una competenza nazionale”, tra le voci liberali che criticano la decisione dell’Ufficio elettorale questa volta c’è quella di Matteo Renzi: “Impedire a un candidato di competere alle elezioni perché filorusso, come sta avvenendo in Romania, è uno scandalo totale – scrive il leader di Italia Viva – Se un candidato ha idee non condivisibili non puoi buttarlo fuori dalle elezioni. Perché se lo fai, smetti tu di essere democratico. Tu, non il filorusso. È chiaro? La democrazia si difende nelle urne, non dalle urne”.