Corriere della Sera, 10 marzo 2025
Musk sostituisce i dipendenti federali licenziati con un chatbot. Ma «è utile quanto uno stagista»
Un nuovo dipendente siederà a una scrivania del General Services Administration, l’agenzia federale americana che si occupa di gestire il funzionamento degli altri uffici di governo, i contratti con fornitori esterni e le proprietà immobiliari. Neanche un mese dopo l’ondata di licenziamenti voluti dal Doge (il Dipartimento dell’efficienza governativa guidato da Elon Musk) che ha colpito anche questo ente, è arrivato GSAi a ottimizzare il lavoro dei colleghi. Ma, come si può notare dal nome bizzarro, non si tratta di un dipendente in carne e ossa. GSAi è, infatti, un’intelligenza artificiale.
Cosa farà GSAi
GSAi è un chatbot. Non è troppo diverso da ChatGpt, ma ad alimentarlo ci sono altri tre modelli: Claude Haiku 3.5 (impostato di default), Claude Sonnet 3.5 v2 e Meta LLaMa 3.2. Il dipendente federale può selezionare uno dei tre per svolgere attività quotidiane.
«Come posso usare la chat d’intelligenza artificiale?», si legge nella comunicazione interna che è stata inviata ai dipendenti dell’ufficio federale e riportata da Wired. La risposta è semplice (al limite del banale): «Le opzioni sono infinite e continueranno a migliorare con l’aggiunta di nuove informazioni. È possibile: redigere email, creare punti di discussione, riassumere il testo, scrivere codice». Insomma, un «chatbot proprietario» che non ha nulla di troppo diverso dai suoi simili.
Peccato che, però, le sue opzioni non siano davvero infinite come sembra. Nello stesso comunicato viene precisato che non si possono caricare documenti che hanno a che vedere proprio con il lavoro dell’ente federale. «Non digitare o incollare informazioni federali non pubbliche (come prodotti di lavoro, email, foto, video, audio e conversazioni destinate a essere preparatorie o interne al Gsa) e informazioni personali». Una precauzione comprensibile, ma che limita significativamente le «infinite» possibilità del chatbot.
È difficile non immaginare che l’implementazione del chatbot non sia legata ai licenziamenti. Lo sviluppo di GSAi era già in programma da diversi mesi, ma il Doge ha accelerato i tempi di rilascio. Già nella prima settimana di febbraio, Thomas Shedd – ex dipendente Tesla che ora è a capo del Technology Transformation Services, il braccio tecnologico del General Services Administration – aveva anticipato in una riunione interna che era in preparazione uno strumento centralizzato per analizzare i contratti stipulati dall’ente e per comprendere «come il governo sta spendendo soldi». Una settimana più tardi, sui dipendenti General Services Administration si è abbattuta la scure: 100 dipendenti sono stati allontanati.
Neppure un mese dopo è stato rilasciato lo strumento concepito per migliorare la produttività dei dipendenti. Peccato che, secondo quanto ha dichiarato uno di questi dipendenti a Wired, non si tratti di uno strumento che rivoluzionerà il lavoro: «È buono quanto uno stagista. Le sue risposte sono generiche e prevedibili». Un tirocinante che dovrà imparare in fretta a fare il lavoro dei suoi colleghi, visto che una seconda ondata di licenziamenti sta per colpire l’agenzia federale. Più precisamente, il suo ramo tecnologico. Lo stesso Shedd ha annunciato che metà della forza lavoro del Technology Transformation Services – cioè 90 dipendenti – verrà mandata a casa nelle prossime settimane: «Saremo una squadra orientata ai risultati e ad alte prestazioni».