Corriere della Sera, 9 marzo 2025
Boris Spassky, il maestro di scacchi di Modena che sfidò il campione russo: «Sacrificai due pedoni, mi chiese la patta. Ma il più forte è stato Fischer»
Due pedoni sacrificati per un pareggio speciale, ottenuto contro uno dei più grandi maestri della storia degli scacchi. Carlo Alberto Cavazzoni di Modena, 71 anni, è un esperto giocatore e soprattutto maestro di scacchi, apprezzato in Italia come all’estero, un volto noto per generazioni di appassionati emiliani con cui ha lavorato nelle scuole e nei tornei. E può vantare pure un risultato non per tutti, un pareggio contro Boris Spassky, celebre, abilissimo campione russo, scomparso a 88 anni il 27 febbraio scorso. Il 5 gennaio 1984 all’Hotel Fini di Modena Spasskij era l’ospite d’onore di un evento, ha sfidato diversi talenti emiliani della scacchiera, giocando simultaneamente contro diversi di loro. Del gruppo faceva parte anche Cavazzoni.
Il ricordo di quel match
«Abbiamo giocato contro quel giorno, io avevo fatto una mossa molto aggressiva e la situazione era molto complessa per entrambi. Alla fine fu Spassky a chiedere il pareggio», racconta. Una partita che il fenomenale giocatore russo ha conservato nella sua sterminata memoria. «Nel 1992, lui è tornato in zona, a Reggio Emilia, per un altro torneo. Andai con un mio allievo, non giocammo ma lo fermai e gli dissi che 8 anni prima avevamo pareggiato a Modena. Lui mi guardò e mi disse “Lei è quello che ha sacrificato i due pedoni?”. Si ricordava ancora la mia mossa». Una conferma dell’attenzione ai dettagli di una figura diventata famosissima per il celebre duello con l’altro fenomeno della scacchiera Bobby Fischer. «Io sono cresciuto con le loro sfide, erano tra le prime notizie sui telegiornali, a inizio anni ’70, io ero un giocatore giovane e ambizioso che voleva vincere il campionato del mondo», sorride Cavazzoni. Il più forte? «Fischer. Ricordo che Spassky, una persona ironica e gentile, a un certo punto si alzò stupito, per complimentarsi di una mossa di Fischer».
Carlsen e il futuro degli scacchi
Grandi passioni e grandi attenzioni. Oggi, Magnus Carlsen, uno dei giocatori più forti al mondo, suggerisce che gli scacchi stanno diventando noiosi e si dovrebbe pensare a novità. «Lui parla di una particolare tipologia di scacchi, in cui probabilmente accelerare i tempi o ragionare su variazioni potrebbe aver senso. D’altronde gli scacchi sono cambiati nel tempo, rispetto al gioco originale l’arrivo in Europa li ha mutati». In generale, per Cavazzoni rimangono un grande strumento di vita: «da ragazzo volevo essere il migliore al mondo, non ce l’ho fatta ma ho lavorato con migliaia di giocatori e questa è una soddisfazione che non si può cancellare, né spiegare sino in mondo. Gli scacchi sono appassionati e sono molto istruttivi. Il pedone può diventare regina, ci ricordano che tutto può cambiare, che tutti siamo importanti, e ci ricordano il valore del sacrificio per un obiettivo più grande».