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 2025  gennaio 03 Venerdì calendario

Biografia di Mario Guaraldi

Mario Guaraldi (1941-2025). Editore. Fondatore nel 1971 dell’omonima casa editrice. «È stato il rivoluzionario dell’editoria italiana. Intendeva il suo compito in modo messianico. […] Nato a Rimini nel 1941, bocconiano suo vicino di banco, Fabrizio Saccomanni, futuro Ministro dell’economia e delle finanze, Guaraldi fonda l’omonima casa editrice nel ’71, a Firenze. Pubblicherà libri anomali, di animalesca bellezza, provocatori fin dalle copertine; i testi più incisivi di Georges Bataille, L’impossibile e Critica dell’occhio, Il mito di una donna di Lou Andreas-Salomé, l’amata da Nietzsche, Religione e socialismo di Anatolij Lunacarskij. Di Piero Meldini tra i rari grandi scrittori italiani in catalogo Adelphi pubblicò la prima Antologia della cultura di destra in Italia, reazionaria, screanzata fin dalla cover una svastica costruita coi fiori, utile ancora oggi per l’amplissimo repertorio antologico. Per non dire del Fascismo a fumetti di Carlo Carabba (era il 1973) e degli studi, miliari, di Pierre Bourdieu e di Géza Róheim. Ma Guaraldi era un visionario. Capì, prima di tutti, la stortura del sistema distributivo, che stritola i piccoli editori, e l’errore di trattare il libro come mera merce. Nel giugno del 1974, a Rimini, radunò una truppa di editori tra cui: Astrolabio, Boringhieri, Marsilio, Einaudi e Laterza: il convegno Per una Editoria Democratica stigmatizzava la “logica economico-politica delle concentrazioni, tese al monopolio del mercato e alla manipolazione del lettore”. Nel 1997 scrisse “un appello al Ministro della cultura Walter Veltroni” in cui censiva la “crisi da bulimia consumistica” e “l’anoressia culturale che investe l’intero Paese”, martoriato da libri “quasi sempre di infima valenza culturale”; nel 2011 si rivolse all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per contrastare “l’instaurarsi di un vero oligopolio, sia a livello di gruppi editoriali che di catene distributive tradizionali, con prodotti di mass-market quasi sempre di basso profilo culturale, omologati e omologanti”. Nessuno gli diede retta ne paghiamo le conseguenze. [...] Era un uomo buono, Mario Guaraldi. Nella casa, sulle colline di Rimini, curava l’orto e addestrava le oche. Un giorno, nei suoi campi, ha ospitato il circo. Guaraldi pareva un incrocio tra Mangiafuoco e Giovanni il Battista, alternava l’incanto all’invettiva. Lascia la moglie, Maria, e cinque figli, diversi per età e talenti. Credeva nella vita eterna. Dovrebbero portarlo in trionfo» [Brullo, Giornale]. Morto ieri a Rimini. Aveva 83 anni, e il 21 dicembre aveva ricevuto dal Comune di Rimini il Sigismondo d’Oro.