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 2025  gennaio 02 Giovedì calendario

Biografia di John Richard Baldwin

John Richard Baldwin, meglio noto come John Paul Jones, nato a Sidcup, un sobborgo di Londra, nella contea del Kent, il 3 gennaio 1946 (79 anni). Musicista.
Titoli di testa «Il coltellino svizzero musicale che ha contribuito a spingere i Led Zeppelin verso le vette più alte che una rock band abbia mai raggiunto» [Reiff, 2016, RollingStoneUs].
Vita Sua madre è una cantante e ballerina di musical, suo padre Joe è un pianista e arrangiatore, «ma mi metteva soggezione come pianista, perciò preferivo l’organo» • I suoi genitori erano spesso via per suonare, perciò «a cinque anni Jones fu mandato in collegio, “una discarica per tutti quelli che non si adattavano a nessun altro posto”. Durante le vacanze stava con la nonna a Deptford, nel sud-est di Londra, mentre i suoi genitori erano in tour. “A quei tempi era un porto piuttosto trafficato. Nelle notti nebbiose si sentivano le sirene da nebbia sul fiume. Mi sdraiavao ad ascoltare tutti questi suoni meravigliosi, sentivo le sirene e poi gli echi: piccole navi con piccole sirene, grandi navi con grandi sirene”» [Hunter-Tilney, 2012, FinancialTimes] • Impara a suonare da solo l’organo, su un vecchio strumento trovato a casa della nonna, e anche il piano. Diventa organista e corista in una piccola chiesa locale • Ma lo strumento dal quale è davvero affascinato è il basso, anche se «a quel tempo non sapevo suonare nemmeno una chitarra acustica a sei corde» • Suo padre però, pensando al futuro lavorativo del figlio, avrebbe preferito che imparasse a suonare il sassofono. Pensava che il basso, essendo uno strumento moderno, sarebbe stato abbandonato da tutti i musicisti nel giro di due anni • Ma con i guadagni derivanti dal suonare l’organo in chiesa (circa 50 sterline all’anno), John si compra un basso Dallas Tuxedo, e lo collega ad un amplificatore arrangiato da lui, da 10 watt (nel 1962 comprerà un basso Fender Jazz, che suonerà fino al 1976, per poi passare a dei bassi Alembic fatti su misura) • Impara a suonarlo da solo, prendendo al massimo due o tre lezioni • Suo padre, vedendo che è bravo anche se ha solo 14 anni, inizia a portarlo con sé nelle sue esibizioni. Soprannomina il figlio «Mingus», come il bassista jazz Charles Mingus • A 15 anni John si unisce ad alcuni gruppi musicali formatisi a scuola, al Chris’s college di Blackheat. Il primo in assoluto si chiamava The Deltas, si esibivano anche nelle basi militari americane in Inghilterra • Anche se è solo un ragazzo, inizia a fare il turnista e l’arrangiatore a Londra, e a 16 anni si è già «guadagnato la reputazione di essere uno dei bassisti e arrangiatori più affidabili e creativi della scena tra molti produttori e ingegneri del suono dei principali studi di registrazione» [Reiff, cit.] • «Se volevano che il loro disco avesse sonorità americane, chiamavano me, perché ascoltavo tutta la musica che veniva da lì» • Faceva gli arrangiamenti, tra gli altri, per i Rolling Stones, P.P. Arnold, Billy Nichols, Twice as much, Nico, Lionel Bart, la Andrew Oldham Orchestra • Collaborò anche con l’autore di canzoni Donovan: «La prima sessione con Donovan fu un disastro, fu orribile. Era per Sunshine Superman e l’arrangiatore aveva sbagliato tutto. Ma essendo io l’opportunista che ero, pensai “Posso fare di meglio” e andai dal produttore» • Si unisce ai Tin Pan Alley, che si guadagnano un seguito a Londra grazie alle apparizioni in programmi radio e tv come il Saturday Club • «Dovevo sgattaiolare fuori dai teatri di nascosto per evitare la folla. E avevo 17 anni» «Un giorno vidi Jet Harris che camminava in Archer street. Era un’occasione, e la colsi. Andai da lui e gli chiesi senza giri di parole se aveva bisogno di un bassista. Mi concesse un’audizione, e lui e Tony [Meehan, ndr] mi presero» nei The Shadows • «Meehan e Harris portarono Jones in tour per un breve periodo e un anno dopo furono sul punto di proporgli di unirsi agli Shadows, ma alla fine scelsero un altro bassista di nome John Rostill» [Reiff, cit.] • «Una delle principali tendenze tra gli artisti popolari in Inghilterra nei primi anni ’60 era quella di cambiare il proprio nome con qualcosa di un po’ più accattivante. Così, Richard Starkey divenne Ringo Starr e Alan Caldwell divenne Rory Storm. Nel 1964, John Baldwin entrò in studio con il manager dei Rolling Stones Andrew Loog Oldham per incidere il suo primo singolo, Baja, una canzone scritta dal cantante country/pop Lee Hazlewood […] Oldham era convinto che il nome di battesimo del suo giovane protetto non fosse adatto al mercato discografico, e quindi lo ribattezzò John Paul Jones. Come Jones ricordò, Oldham prese il nome da un “manifesto cinematografico per il film John Paul Jones [in italiano, Il grande capitano, film su un capitano della marina americana ambientato nel Settecento, ndr]”» [Reiff, cit.] • A 18 anni, intervistato per l’uscita del suo primo singolo Baja, disse: «Il mio passatempo principale adesso è comprare dischi. Qualsiasi cosa di Dionne Warwick, Sarah Vaughan, o Tony Bennett mi va bene. L’unica cosa che davvero odio è dover correre in giro» • «“Essere una rock star è la mia terza carriera”. Quindi quali sono state la tua prima e la tua seconda? “La prima carriera è stata come pop star. Ero con una pop band e abbiamo avuto tre successi nella top 10. Suonavamo in grandi teatri e avevamo le ragazze che urlavano. Poi ho lasciato quella strada e sono diventato un turnista. Ero un musicista in studio, arrangiavo e producevo musica. E tutto questo è confluito nella mia seconda carriera. Poi ho lasciato tutto quando ero al culmine […]. Pensavano tutti che fossi pazzo, ma ho lasciato tutto e mi sono unito a Page. Sono diventato una rock star”. Quindi pensi di aver avuto tre carriere separate? “Le sessioni non erano un passatempo. Ne facevo due e tre al giorno, sei o sette giorni alla settimana […] Guadagnavo un sacco di soldi, prima degli Zeppelin. Pensavano tutti che fossi pazzo a rinunciarci” […] Perché l’hai fatto? “Perché stavo diventando un vegetale. Musicalmente, non dicevo niente”» [Miserandino, cit.] • Nel 1968 conosce il chitarrista Jimmy Page, e si unisce ai nascenti Led Zeppelin • «Mia moglie lesse su una rivista musicale che Page stava formando una band. È stata lei a suggerirmi di chiamarlo. L’ho fatto; lui mi ha detto che sarebbe andato a Birmingham per vedere un cantante, che forse conosceva un batterista. E ha detto: “Ti dirò come sono quando torno”. Quando tornò, mi disse: “Sono fantastici. Il cantante aveva una voce fantastica. E per il batterista, dovremo pagarlo un po’. […] Possiamo dargli almeno 40 sterline a settimana?”. Lo abbiamo pagato così per un anno» [Miserandino, cit.] • Debutta con Page, John Bonham e Robert Plant a Denver il 26 dicembre 1968, aprendo il concerto dei Vanilla Fudge • «Mi ricordo che la prima recensione di Rolling Stone (sul numero 39) parlava solo della “moda” dei Led Zeppelin. Una cosa del tipo: “La solita band inutile che è sulla bocca di tutti, ma fa comunque schifo”. Ci ha ferito molto, perché sapevamo di aver fatto un buon disco. Ha contribuito ad alimentare il mio odio verso la stampa in generale» [Considine, 1990, RollingStoneUs] • Ma il successo è immediato e enorme. In un solo anno, i Led Zeppelin si esibiscono in 175 concerti • «Ho sempre detto che gli Zeppelin erano una delle poche band che avevano lo “swing”. Avevamo davvero un groove a quei tempi. La gente veniva ai nostri concerti e ballava, ed era bello. Vedere tutte quelle donne che ballavano, era davvero bello» • Nel 1970 si esibiscono al festival di Bath davanti a 150 mila persone, cioè – secondo i giornali dell’epoca – il pubblico più numeroso mai registrato in Inghilterra fino a quel momento • «All’inizio erano mille spettatori, poi 5 mila, 10 mila, 20 mila, e così via. Al Madison Square Garden abbiamo suonato davanti a 60 mila spettatori» • Nel 1971 si esibiscono anche in Giappone, in un concerto i cui proventi donarono ai superstiti della bomba di Hiroshima • Il Daily Express nel 1973 titolò: «Sembra impossibile, ma sono più grandi dei Beatles» • Ad Atlanta suonarono di fronte a 49.236 persone, allo stadio dei Braves, e a Tampa la sera successiva davanti a oltre 50 mila persone, battendo così il record stabilito dai Beatles nel 1965 allo Shea Stadium di New York • «I nostri fan sono più vecchi dei piccoli mocciosi che seguono i Beatles. Vengono ad ascoltare il gruppo, non a vederlo» disse il loro manager Peter Grant • «I poco sentimentali magnati della musica americana contemplano con invidia il denaro che sta riempendo le tasche dei Led Zeppelin» [Key, 1973, DailyExpress] • Il concerto di Tampa raccolse 127 mila sterline. Nel 1973 i guadagni lordi del gruppo si aggiravano attorno alle 12 milioni di sterline «e non è male, considerando che abbiamo dieci addetti al suono e alle luci e che ogni concerto ci costa circa 15 mila sterline», disse il loro manager Grant [ibid.] • «Per un po’ ho condotto una vita normale. Andavo ai barbecue, fumavo un po’ di erba e poi mi univo alle star solo la sera tardi. […] Una volta lessi che i Beatles hanno fatto un intero tour in America e non sono mai usciti dalle loro stanze d’albergo. E pensai: “Che senso ha viaggiare per il mondo e non vedere niente?”» [Miserandino, cit.] • Jones era il membro della band più tranquillo e riservato, ma anche lui come gli altri si drogava. «Di sera restavo a casa con Bonzo [cioè Bonham, ndr]. Mi drogavo più di quanto mi piaccia ricordare. Ma lo facevo senza sbandierarlo ai quattro venti» • «Per anni gruppi di fondamentalisti religiosi hanno detto che in Stairway to Heaven ci sono messaggi satanici registrati al contrario. “Dopo un po’ finisci per fare di tutto per fare incazzare questa gente. Vai in giro a dire: ‘Sì è vero, se suoni la traccia numero otto a 36 giri al minuto sentirai un messaggio’, loro vanno a casa e ci provano. Le band inglesi di solito sono molto ironiche e sarcastiche, e quando cominci a scoprire la mancanza di ironia e di senso dell’umorismo dell’americano medio, non puoi resistere. È un bersaglio troppo facile”» [Considine, cit.] • Il gruppo si scioglie con la morte del batterista John Bonham (detto Bonzo e The Beast, aveva 32 anni), nel settembre 1980. «Nel mondo de rock si dice che ogni batterista può essere sostituito. Tutti tranne uno: John Bonham, che è l’essenza stessa del suono dei Led Zeppelin» [Trambusti, Rockol] • «Non aveva saputo abituarsi al successo. Il 27 giugno quando, troppo ubriaco per reggersi in piedi, era collassato sul palco durante un concerto a Norimberga, la band aveva detto che si trattava di un malore dovuto a indigestione di banane. Il 25 settembre c’era ricascato, e s’era presentato completamente sbronzo nella villa di Jimmy Page a Windsor, dove bisognava fare le prove per una tournée negli Stati Uniti. Non era in grado di suonare e decisero di metterlo a letto. Lo ritrovarono morto la mattina dopo» [Anteprima] • Dei suoi tre compagni di band, Jones aveva legato soprattutto con Bonham: «I bassisti e i batteristi si riconoscono immediatamente. Dalle prime otto battute che suonano insieme. Grazie a Dio, è stato qualcuno con cui ho potuto lavorare» [Hunter-Tilney, cit.] • «C’era molta complicità quando non suonavate? “Certo, quando eravamo in viaggio insieme. Ma non socializzavamo molto quando tornavamo in Inghilterra, credo perché due di noi vivevano al Sud e due al Nord. Page e io eravamo londinesi, Plant e Bonham vivevano nelle Midlands. Eravamo divisi geograficamente. […] Quando si lavora, si è davvero contenti di vedersi. […] Era una successione di tour, di vicinanza e di momenti di pausa. Era un ciclo molto bello”. E poi cosa è successo? “Prima della morte di John Bonham?” Sì. “Forse il ciclo si era ripetuto un po’ troppe volte. I concerti erano diventati sempre più grandi e c’erano vari livelli di abuso di sostanze. Quando John è morto, avevamo tutti risolto la situazione ed eravamo pronti a ripartire. È morto durante le prove per un tour americano”. Se non fosse morto, pensi che sareste andati avanti? “Certo. Non so come o per quanto, ma sicuramente saremmo andati avanti. Il morale era molto alto”» [Miserandino, 2000] • Ma parlando di Page, disse anche : «Anche se lo vedevo in studio ogni giorno, non abbiamo mai socializzato. A quei tempi la regola delle sedute di registrazione in studio era che non ti sceglievi i compagni» • Dopo lo scioglimento del gruppo, Robert Plant disse: «È sempre stato difficile collaborare con Jonesy [molti lo chiamavano così, anche alcuni giornalisti durante le interviste quando era giovane, ndr] perché non ascoltava mai i testi. Io parlavo di una canzone e lui diceva: “Quale sarebbe questa canzone?” E io rispondevo: “Sai, quella di Presence”. E lui: “Mi spiace, non ho familiarità con i titoli, in che tonalità era?” Io sospiravo e gli rispondevo: “Non ne ho la minima idea, Jonesy”» [ClassicRock, 1982] • Nel 1998 Page e Plant fanno un tour insieme: «L’ho letto sui giornali, ho chiamato qualcuno e gli ho detto: ‘Dio, vedo che stanno ricominciando tutte le voci. Eccoci qui..’ perché succedeva abbastanza spesso. Pensavo fossero solo voci. Ma questa persona mi ha risposto: ‘Non te l’hanno detto?’ ‘Detto cosa?’ ho chiesto. ‘Fanno un tour insieme’” Perché non te l’hanno detto? “Non ne ho idea. Ancora oggi, non ne ho idea”. Hai mai parlato con loro da allora? “Oh sì, ma solo per questioni di lavoro”» [Miserandino, cit.] • Torna a suonare con Plant e Page in un concerto di beneficenza Live Aid nel 1985, e al Madison Square Garde di New York nel 1985, per i 40 anni dell’etichetta Atlantic Records (suona con loro il figlio di Bonham, Jason: «È senza paura come suo padre, questo è certo») • Partecipò alla reunion del gruppo nel 1995, quando i Led Zeppelin vennero inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame, e nel 2007 a un evento dell’etichetta Atlantic • Nel 2016 dovette testimoniare in un tribunale di Los Angeles in un processo per plagio. I Led Zeppelin (che poi vinsero) erano accusati di aver copiato una parte di una sconosciuta canzone del 1968 degli Spirit, Taurus, per la loro Stairway to Heaven. Nella testimonianza si definì «principalmente bassista, tastierista, occasionale autore di testi di canzoni» • «Jones era il meno divino degli dei del rock: il meno stravagantemente acconciato, il meno ubriaco, il meno inseguito dalle groupie. Eppure si è rivelato il musicista più avventuroso e intrigante degli Zeppelin. Da quando la band si è sciolta […] il polistrumentista ha portato avanti una serie di progetti che spaziano dalle frange più strane dell’avant-rock al bluegrass e all’opera» [Hunter-Tilney, cit.] • Il suo primo album solista Zooma esce nel 1999, seguito da The Thunderthief nel 2001 • Ha collaborato, tra gli altri, con Paul McCartney, La Fura Dels Baus, Brian Eno, The Butthole Surfers and Diamanda Galas, John Renbourn, Jeff Beck, i Rem, Butthole Surfers, Diamanda Galas, Dusty Springfield, i Foo Fighters • Si è esibito al Montreux Jazz Festival con Etta James • Nel 2009 entra nei Them Crooked Vultures insieme a Dave Grohl • «La sua ultima trovata è come al solito audace. Questo mese intraprenderà un breve tour nel Regno Unito con i Supersilent, un trio norvegese che suona solo musica improvvisata. A un festival norvegese qualche anno fa, uno di loro gli diede un colpetto sulla spalla e gli chiese se voleva esibirsi con loro. “Gli risposi ‘Ehm, sì, ma cosa suonate?’” ricorda Jones. “Lui rispose, ‘Non ne parliamo mai e non proviamo mai ’”. La sera dopo, Jones li raggiunse sul palco, collegò il suo basso, “e quello fu tutto per i successivi 80 minuti”» [Hunter-Tilney, 2012, cit.].
Curiosità Da giovane portava i capelli lunghi, come di moda tra gli anni Sessanta e Settanta. Li tagliò dopo il tour del 1973 (oggi li porta corti) • Ha composto e suonato colonne sonore, musica classica, bluegrass, un’opera basata su un testo teatrale di Strindberg • Nel 1982 ha insegnato composizione musicale al Dartington college, nel Devon • Nel 1984 ha recitato nel film Give my regards to Broad street, con Paul McCartney, Ringo Starr e Dave Edmunds • Nel 2002 si è esibito a Manchester per un’associazione che aiuta le persone ferite dalle esplosioni di mine • Una volta a Los Angeles fu arrestato: aveva attraversato la strada fuori dalle strisce. Lo portarono in prigione, e per uscire dovette pagare 25 dollari. «Mi chiesero: “Cosa fai?” “Il musicista” risposi. “Con chi suoni?” “I Led Zeppelin” “Oh. A noi piace il country. Arrivederci”» [Miserandino, cit.] • Nel 2009 ha trovato su Ebay un Dallas Tuxedo, cioè un basso dello stesso modello del primo che possedette, e l’ha comprato. È fatto tutto di legno, il suono non è male e «non pesa niente» • Le canzoni dei Led Zeppelin che preferisce sono Kashmir, When The Levee Breaks e What Is and What Should Never Be, disse in un’intervista alla tv svedese • «Cosa suoni quando sei seduto a casa? “Il mandolino” (ride) Il mandolino? Sei serio? “Sì, è un piccolo strumento, è comodissimo da suonare quando guardi la tv”» [Miserandino, cit.].
Amori È sposato con Maureen Hegarty dal 1967, con la quale ha avuto tre figlie, Jacinda, Tamara e Kierra. «È una brava donna. […] Mi cura l’agenda. Lo faceva quando ero un turnista. La gente la chiamava e lei mi prenotava. “Dove vado oggi, tesoro?”. Si occupava di tutta la mia programmazione. Fa lo stesso ora, si occupa di tutta la mia stampa in Inghilterra. La gente della pubblicità chiama lei, non me. ‘Chiamala e sistemerà tutto’. È una roccia”. Mi viene da pensare che quando gli Zeppelin erano in tour, ci devono essere stati momenti in cui c’è stata un po’ di tensione nella coppia? “Semplicemente per l’essere lontano da casa. Ma lei è una donna intelligente. Non è stupida. Mi piacerebbe pensare che nemmeno io fossi troppo stupido. Ho cercato di stare lontano dalla deriva nella classica vita da rock star, principalmente perché quando viaggiavo avevo bisogno di restare sano di mente e di essere libero. Quindi, spesso uscivo dall’hotel e scendevo in strada. Ma andavo a camminare”. Quando uscivi per strada, però, non… “Be’, non sono riconoscibile come Plant e Page”» [Miserandino, cit.]
Titoli di coda «Ho così tanta musica in testa che quando salgo sul palco semplicemente continuo a pensarci. E quando scendo dal palco, continuo a pensare alla musica. È tutto un continuo» [Hunter-Tilney, cit.].