Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  gennaio 03 Venerdì calendario

Biografia di Jasmine Paolini

Jasmine Paolini, nata a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) il 4 gennaio 1996 (29 anni). Tennista. Nel 2024 ha vinto l’oro olimpico nel doppio a Parigi in coppia con Sara Errani. Ha giocato le finali a Wimbledon e al Roland Garros (l’unica tennista italiana ad aver conseguito due finali Slam in due Major differenti). Ha conquistato la Billie Jean King Cup (la Coppa Davis Femminile). Ha chiuso l’anno al numero 4 della classifica mondiale. «Il tennis è uno sport in cui devi trovare rapidamente soluzioni ai problemi che ti si presentano. Alla fine, sono però solo partite di tennis. I veri problemi sono fuori dal campo».
Vita Nata da padre italiano, Ugo, e madre polacco-ghanese, Jacqueline Gardiner • «Cominciò a giocare a tennis fin da piccola e ottenne i suoi primi punti WTA, quelli della classifica mondiale femminile, nel 2013, quando aveva 17 anni. La sua crescita è stata abbastanza costante, fino all’exploit degli ultimi mesi: nel 2019 entrò per la prima volta tra le prime 100 al mondo, ma cominciò a restarci stabilmente dal 2020; nel 2022 entrò tra le prime 50, nel 2023 tra le prime 30. Da quest’anno è tra le prime 10 al mondo. Vinse il suo primo torneo nel 2021 in Slovenia a Portorose, l’unico fino al WTA 1000 di Dubai di quest’anno. Fin qui non ne ha vinti altri» (il Post) • «“Da piccola non pensavo al futuro. Ho iniziato a giocare perché mi divertiva, poi qualche risultato è arrivato, la svolta è stata la convocazione al centro Fitp di Tirrenia. Lì ho visto la mia strada, prima era tutto un po’ astratto”. Le radici sono al TC Bagni di Lucca, con il maestro Pieri. “Il posto dei ricordi. Sono nata a Castelnuovo di Garfagnana, ma cresciuta a Bagni di Lucca. Un piccolo circolo, tranquillo, da bambini si poteva correre e fare confusione, divertirsi, nessuno diceva niente”. Altro posto del cuore: Lodz, in Polonia. “Sì, mia madre è polacca, ha conosciuto mio babbo quando è venuta in Italia con sua cugina. Il polacco lo parlavo bene, ora un po’ lo sto dimenticando. Sono tre anni che non vado a Lodz ma mi piace sempre tornarci, ho tanti ricordi d’infanzia e una nonna anche lì”. Un nonno materno viene del Ghana: mai stata in Africa? “No, non c’è stata occasione”. Jasmine: ci spiega questo nome esotico e bellissimo? “Mia mamma si chiama Jacqueline, mio fratello William, a mamma piacciono i nomi così”» (Stefano Semeraro) • «Questa tennista dai riccioli pazzi, con papà toscano e mamma polacca/ghanese, appartiene alla categoria “meglio tardi che mai”, di quelli testardi che prima o poi riusciranno nel loro intento. Solare nel look, tosta e diffidente di carattere. Conclusione? Il suo coach non poteva che essere Renzo Furlan, il re del sudore/lavoro/disciplina, persona che più perbene non esiste. Il destino ha voluto unirli, qualche anno fa, ed ecco che il sodalizio comincia con il dare i suoi frutti. “Ora ci crede di più, Jasmine. Soprattutto ha maturato la convinzione di giocare un livello più alto, ha fatto un salto di qualità in termini di maturazione del pensiero” ha detto Renzo. […] Questa ragazza è un antidoto naturale, prima ancora che campionessa di sport. Se qualcuno si sentisse sopraffatto dal logorìo della vita moderna, triste e depresso, provasse a starle vicino per qualche minuto. Si sentirà meglio, guarito. “Oddio, io sono così, è il mio modo di essere e mi fa star bene. Se non avessi questo spirito solare diventerebbe dura, vedrei tutto nero. Infatti, quando le cose non vanno, mi sforzo e mi ricordo di pensare che mi piace quel che faccio. Sono così fin da piccola, penso di essere una persona molto facile. Mi piace sorridere, divertirmi. Niente di speciale” […] “Io sognavo di diventare una professionista, ma non ho mai sognavo di essere numero 1 o campione di uno Slam. Non ho mai sognato così in grande. Mai. Tipo essere tra le prime 10 del mondo. È importante sognare, ma io sogno passo dopo passo. Non così lontano”. Non la si conosceva, perché lei stessa ancora non credeva in sé. Ognuno ha i suoi tempi. Ci voleva anche un tipo come Renzo Furlan, umile e lavoratore, per tirarle fuori la fiducia magica. “Guardavo gli altri italiani arrivare in finale, li vedevo vincere negli Slam, ma mai lo immaginavo per me. Certo, avrei voluto, ma ora è qualcosa di folle per me. Sono davvero felice. Anche sorpresa. Sì, se devo esprimermi questa è la sensazione in questo momento”» (Paolo Rossi) • «Il tennis lo ha scoperto a sei anni, per merito di papà e dello zio, e a ventotto ha scoperto di poterlo giocare come poche al mondo. Jasmine, che cosa è cambiato? “Attorno ho sempre avuto chi mi diceva che potevo fare bene, ma io ci credevo e non ci credevo. Ho avuto bisogno di tempo. Di toccare con mano quello che potevo fare”. Il suo progetto parte da lontano, a fianco di Renzo Furlan. Il clic quando è arrivato? “Più che un clic si è trattato di mettere un mattoncino dopo l’altro. L’anno scorso fra Cincinnati e il Canada, e dopo aver portato al terzo una erbivora come la Kvitova a Wimbledon mi sono detta che non ero poi male, e ho iniziato a provare soluzioni anche contro avversarie che non avevo mai pensato di poter battere”. Una persona importante per lei è stata Tathiana Garbin. “Da capitana ha avuto fiducia nel nostro gruppo quando eravamo in serie C, e nessuno credeva in noi, e ci ha portato alla finale in Billie Jean King Cup» (Stefano Semeraro) • «Nel 2024 a Melbourne inizia la sua ascesa. Allo slam australiano “non riuscivo mai a esprimere il mio tennis e invece quest’anno sono arrivata agli ottavi”, racconta Paolini, “è stata un’iniezione di fiducia”. Subito dopo è arrivata la vittoria a Dubai, il primo Master 1000 della carriera, e la finale al Rolland Garros contro Iga Swiontek, la regina di Parigi. A luglio, dopo il match dell’anno contro Navarro (“è stata la partita perfetta”, dice Paolini) Jasmine arriva in finale a Wimbledon. Non era mai capitato a una giocatrice italiana. E non contenta, conquista la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi nel doppio insieme a Sara Errani. “Era il sogno di Sara”, dice Paolini, “per lei valeva più di uno Slam. Io invece non ce l’avevo in testa. Grazie a Sara ho iniziato a pensarci anche io”. A fine anno poi arriva anche la vittoria della Billie Jean King Cup. Come dice Jasmine “è stato un anno surreale”, contagiato dal suo tennis e dal suo sorriso che “ho ereditato da mia madre”, ammette» (Emanuele Bigi) «È stata la quinta tennista della storia azzurra a disputare una finale Slam dopo Francesca Schiavone, Sara Errani, Flavia Pennetta e Roberta Vinci. Una finale a Wimbledon cambia l’esistenza? “Solo a livello di selfie, per il resto direi di no. La risonanza che ha Wimbledon non ce l’ha nessun altro torneo del circuito, nemmeno il Roland Garros. Mi riconoscono di più, forse”. Quante volte ha rigiocato la partita con Krajcikova nella sua testa? “L’ho analizzata con il mio coach, Renzo Furlan, la sera stessa dopo cena. Sognare troppo, a volte, fa paura: sono stata vicina a vincere Wimbledon, ma non a sufficienza”. Furlan dice che, sotto pressione, le viene troppa fretta. Quei momenti possono essere gestiti meglio? “Se lo dice Renzo, mi fido. È vero, però sotto quell’aspetto sono già migliorata. Siamo ripartiti da lì, nel momento in cui, qui a Lucca, abbiamo ripreso gli allenamenti in vista di Parigi. Però la pressione è un fattore che avverti in torneo: i salti di qualità più netti si fanno quando in palio c’è il risultato”. Il ricordo più bello delle due settimane sul verde? “Il match point contro la Vekic, in semifinale, partita complicatissima. Ho alzato gli occhi verso il mio team in tribuna, come faccio sempre, e lì accanto, cosa che accade di rado, ho visto seduta la mia famiglia. Ho pensato quanto fosse bello avere lì mamma, papà e mio fratello. La loro esultanza nel momento della vittoria è stato il momento in assoluto più carico di emozione di tutto il mio Wimbledon: la felicità condivisa è ancora più intensa”. Il sorriso è lo stesso di sua madre Jacqueline. “Decisamente sì! Papà è una pasta d’uomo ma mamma è più espansiva, chiacchierona, solare. Le somiglio parecchio”. Che cosa la fa arrabbiare, invece? “Le bugie”. Lei ne dice? “Mi sento male solo al pensiero di raccontarle”» (a Gaia Piccardi) • È alta 1,63 metri. «Mai considerato l’altezza un problema? “Se lo facessi, sarebbe un casino. Certo, essere più alta mi aiuterebbe con il servizio, ma non ci penso e faccio con quello che ho”. E in doppio gioca con Sara Errani, che non è un colosso neppure lei… “Il doppio mi sta aiutando tanto. Renzo (Furlan, ex azzurro da anni suo coach, ndr) mi ripeteva sempre che giocandolo sarei migliorata nella risposta e nella volée. Lo gioco con più continuità da quando Sara mi ha chiesto se volevo fare coppia con lei, ho accettato anche in vista delle Olimpiadi e mi trovo benissimo. Sara mi sta insegnando tanto, specie nella visione del gioco”» (Stefano Semeraro) • «“Hanno sempre detto di me che ho un gran dritto ma sono bassina. Cosa dovrei rispondere? Che non è un problema, e manco ci penso. Ho sempre saputo cosa dover migliorare, ad esempio il servizio, ma non ho mai considerato l’altezza un deficit. Beh, ovviamente cinque centimetri avrebbero fatto comodo, forse mi avrebbero aiutata a servire un po’ meglio. ma magari sarei stata meno agile, avrei perso elasticità. Come ogni cosa, ci sono i pro e i contro. E poi, scusate, ma nel circuito ci sono anche altre della mia taglia, mica sono tutte XL...» (a Paolo Rossi).
Soldi Secondo Forbes, nel 2024 ha guadagnato 8 milioni di dollari: 6,5 per i risultati sul campo e 1,5 per gli sponsor. Cifra che la rende la 14esima sportiva che ha incassato di più lo scorso anno.
Curiosità «Canzone preferita? “Tuta Gold, di Mahmoud”. A letture come stiamo? “Leggo tre libri in tre mesi, poi nessuno per un anno. Sono più da serie tv”. La sua grande amica Trevisan le ha trasmesso la passione per il ballo? “No, ma con Martina ci facciamo comunque grandi risate”» (a Stefano Semeraro).