la Repubblica, 16 ottobre 1966
Kerouac ha la mia età ma sembra un vecchio
Rapallo, 13 ottobre 1966Cara mamma, ho avuto ieri la tua cartolina, e mi dispiace proprio saperti nei guai con gli occhi: non occorre che ti raccomandi d’aver cura di te, perché so che ci pensi da sola. Anch’io, d’altra parte, mi accorgo che sto diventando presbite, e che allontano sempre più spesso il foglio dagli occhi, per vedere bene.Credo che sia inevitabile, col passare degli anni. Sto lavorando al nuovo libro, e nel frattempo scrivo qualche racconto. Anzi, te ne mando uno, uscito in antologia pressoSelezione. Un altro mi è stato chiesto per una antologia natalizia, che poi ti manderò.Come hai visto, ho lavorato perl’Europeo. In quanto alGiorno,l’ultima cosa che scrissi fu in giugno: forse ti hanno informato male. Marcello ha ripreso la scuola, e sembra che quest’anno stia molto bene, e non debba fare più tutte quelle assenze dell’anno scorso. Maria lavora sempre al negozio: dopo un’estate laboriosissima, con incassi mai visti, siamo entrati ora nella stagione che chiamano morta, appunto perché non si vende nulla. (...)Il 28 dello scorso mese andai a Milano, per presentare al pubblico uno scrittore americano, Jack Kerouac: aveva una tale sbornia che si addormentava davanti a tutti, e poi destandosi straparlava in spagnolo, convinto che la gente lo capisse. Ha la mia età, ma sembrava mio nonno, per come era ridotto male.Ora ti lascio, ma non appena ci saranno novità mi farò vivo. Un abbraccio e un bel bacione dal tuoLuciano