Il Messaggero, 6 febbraio 2025
La desertificazione bancaria
Le banche oggi rappresentano una “foresta disboscata”, il contraltare della “foresta pietrificata” coniata da Giuliano Amato. Dagli anni ’80, infatti, il mondo bancario italiano ha attraversato profonde trasformazioni. A distanza di quarant’anni dall’inizio di quella stagione di grandi cambiamenti, la realtà ci restituisce un quadro con luci e ombre. Se nel complesso il sistema può dirsi oggi più robusto e stabile che in passato, abbiamo al contempo assistito ad un intenso processo di concentrazione. Questo ha certamente permesso la nascita di grandi gruppi bancari competitivi a livello internazionale, ma ha anche ridotto notevolmente il numero di banche attive in Italia e la copertura del territorio.Negli ultimi 30 anni - secondo un’analisi dell’Ufficio studi della Banca del Fucino – il numero di banche (escluse Bcc ed estere) in Italia è sceso da 296 a 127 (-57%), colpendo le regioni del Centro-Sud (-68%). La diminuzione del numero di sportelli sullo stesso periodo è stata solo in apparenza di minor entità (-26%), perché il grosso della riduzione è avvenuto negli anni successivi alla grande crisi del 2008: rispetto al picco nel numero di filiali, raggiunto in Italia nel 2008, il calo è stato del 46%; da allora, insomma, il numero di agenzie in Italia si è quasi dimezzato. Come conseguenza, quasi un migliaio di Comuni (978) che nel 1995 erano provvisti di almeno uno sportello bancario ne sono oggi privi.A tal proposito, si è giustamente parlato di “desertificazione bancaria”. Questi numeri danno un’idea dell’importanza dei processi di concentrazione e razionalizzazione intervenuti, ma di per sé non restituiscono uno degli aspetti chiave del cambiamento di scenario: il suo esito in termini geografici. Nel periodo 2000-2024 si è registrato uno sbilanciamento tra il sistema bancario dell’Italia centrale e il Nord, dove hanno il quartier generale i colossi nostrani e molte medio-piccole banche. Delle 12 Sistemiche italiane, 10 sono al Nord e 2 (Mps e Iccrea) a Siena e Roma. Tra le medio-piccole, 14 risiedono nella fascia centrale del Paese: nessun istituto in Abruzzo, 1 in Umbria, 2 nelle Marche, 5 in Toscana e 6 nel Lazio (2 dei quali appartenenti allo stesso gruppo). Dal punto di vista organizzativo, la struttura più funzionale potrebbe essere quella di una holding di controllo di banche di prossimità, le quali mantengono marchio e rete. In questo modo, le singole controllate hanno la possibilità di continuare a nutrire il legame con il proprio territorio di radicamento, usufruendo al contempo dei benefici che vengono dal far parte di un gruppo di dimensioni maggiori.