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 2025  gennaio 25 Sabato calendario

L’Ue svuota le scorte: il gas resta a 50 euro (almeno) fino al 2026

Le bollette sono aumentate, si sa, e aumenteranno ancora visti i prezzi dell’energia delle ultime settimane: se qualcuno, però, pensava che bastasse superare la stagione fredda per riportare i costi di gas e luce più in basso resterà deluso. È tanto vero che l’ha capito persino il ministro dell’Energia Gilberto Pichetto Fratin: “Esiste il rischio per il 2025 che i prezzi all’ingrosso del gas, nella prossima estate, siano superiori a quelli del prossimo inverno”. Più che un rischio al momento è una certezza: ieri alla Borsa di Amsterdam, mercato di riferimento per il gas Ue, il metano da consegnare in estate andava via a prezzi simili o superiori a quelli spot, quasi 50 euro al megawattora, mentre da novembre il costo scendeva anche di 5 euro. Una stranezza, in teoria, perché in estate il consumo di gas è assai minore che in inverno, ma in realtà un fatto razionale che ha poco a che fare con la “speculazione” e molto col “normale” funzionamento del mercato.
Com’è noto all’Europa dal 1° gennaio manca circa il 6% delle sue importazioni di metano, garantite fino a quel momento dal gasdotto che dalla Russia arrivava in Ue via Ucraina: l’accordo di transito non è stato rinnovato e ora quel gas va trovato altrove, soprattutto ricorrendo al più costoso gas naturale liquefatto (Gnl) via nave, magari statunitense come chiede Donald Trump, ma in un mercato che almeno per un altro anno e mezzo resterà “corto”. Lo stop della fornitura russa ha comportato un discreto aumento dei prezzi già a partire dalla fine del 2024, aumento aiutato dalle previsioni di un inverno un po’ più freddo degli ultimi e dalla diminuita produzione da energia eolica: gli attuali 50 euro circa al MWh sono il doppio del prezzo storico (quello pagato fino al 2021-2022) e parecchio di più anche dei 35 euro che molti analisti giudicano il prezzo “equo” in questo momento. Questo fa esplodere il costo delle bollette perché, come il lettore ricorderà, di fatto dal costo del gas dipende quello dell’elettricità, soprattutto in Italia.
Come stanno reagendo i vari Paesi e le imprese energetiche a questa situazione? Semplice: stanno svuotando le scorte, cioè immettendo nel sistema il gas stoccato in estate a prezzo inferiore, garantendosi maggiori profitti e/o la possibilità di contenere gli aumenti. Gli stoccaggi Ue, all’ultimo dato ufficiale (mercoledì 22 gennaio), erano pieni al 57,6%, un anno prima lo erano al 73,7%: un dato che riguarda tutti i principali Paesi europei a partire dalla Germania, che ha la capacità maggiore (59,8% contro il 77,3% di un anno fa). L’Italia è una parziale eccezione: il calo su base annuale è inferiore al 3% (stoccaggi al 67,2%).
Ad oggi la previsione per la fine dell’anno termico, il 31 marzo, è che le scorte europee arrivino sotto il 40% contro il 58% del 2024. Risultato: tra primavera ed estate ci sarà la corsa a riempire gli stoccaggi, con Stati e imprese che si sfideranno per le navi Gnl a chi offre di più. Successe così anche nel 2022 e la corsa alle scorte fu una delle cause dell’esplosione dei prezzi: “Ad agosto abbiamo distrutto il mercato del gas, ma la nostra missione era riempire gli stoccaggi”, disse, scusandosi, il ministro tedesco Robert Habeck a gennaio 2023.
Ora siamo in una situazione meno drammatica a livello di prezzi, ma simile quanto a dinamica. La reazione italiana, quasi scomparse dal dibattito le rinnovabili e le riforme Ue del mercato elettrico, è l’annuncio che il governo intende far partire subito le aste per gli stoccaggi (bisogna superare il 90% della capacità): una cosa che avrebbe senso solo se i prezzi estivi alla fine saranno più alti dei 50 euro attuali. Non una bella previsione, ma una possibilità tutt’altro che remota a vedere i prezzi di ieri e pure l’allarme dell’Agenzia internazionale dell’energia: in estate la ricostituzione delle scorte potrebbe far aumentare i prezzi…