Libero, 10 gennaio 2025
I poster contro il divieto di fumo a Milano
Fumatori meneghini in rivolta contro il divieto di accendersi una sigaretta in pubblico. E questa volta la città si è trasformata nella Brescello di Don Camillo e del sindaco Peppone, dove notte tempo comparivano manifesti a difendere questo o quel partito.
La notte scorsa, a Milano, sono comparsi come dal nulla numerose locandine di protesta contro la decisione di Palazzo Marino di vietare l’accensione di una ‘cicca’ – come la chiamavano una volta i milanesi doc – nei luoghi pubblici. E nemmeno la sagace penna di Giovannino Guareschi avrebbe potuto immaginare slogan più divertenti e spassosi. In un manifesto si può notare un’immagine sorridente di Beppe Sala che ammicca con una sigaretta in bocca. Una scritta ironizza sulla norma della distanza di sicurezza e avverte: «Tieniti lontano da quest’uomo. Almeno 10 metri».
In un’altra locandina il primo cittadino, ritoccato per avere sguardo penetrante e postura da ‘mago Otelma’ impone le sue mani su un Duomo cinto dalle sbarre di una gabbia alla cui base campeggia la scritta “libertà per i fumatori”. In un terzo cartellone poi Sala, ritratto con sguardo truce e colpevole, è ironicamente accusato di «avere rubato le sigarette».
Ma chi si è preso il disturbo di affiggere più di un centinaio tra locandine e manifesti? E soprattutto chi ha avuto il talento da creare immagini così fantasiose ed efficaci al tempo stesso? Sono stati gli studenti di “ilblast.it”, un blog anonimo “accelerazionista” – come lo definiscono loro – dove si parla di cultura, pop e attualità. I ragazzi spiegano che Milano stessa è una città che fuma con le sue case riscaldate a gasolio e le sue industrie. In particolare poi a ilblast.it fanno riferimento al 1 gennaio del 1848. Proprio quel giorno, all’ombra della Madonnina, i milanesi proclamarono lo “sciopero del fumo” per protestare con gli aumenti sulle tasse del tabacco volute dagli austriaci che governavano la città.
Un episodio che avrebbe portato, in poco più di un paio di mesi, alle famose 5 giornate di Milano, simbolo per tutta Italia della volontà di ribellarsi contro tutto ciò che viene percepito come autoritario.
Ne consegue quindi, secondo ilBlast.it, che Sala sarebbe un nuovo Radetsky che con la sua scelta sarebbe tornato a schiaffeggiare i milanesi sul fumo in un giorno simbolico come il primo dell’anno. Una data della quale come sindaco della città non poteva conoscere il significato. Gli studenti hanno poi avvertito in un loro pamphlet diffuso sul web che «non è possibile che si debba uscire di casa con una stanga di 10 metri, a mo’ di bastone di San Rocco, e scacciare via chiunque per potersi in santa pace una c... di sigaretta».
E su Ilblast.it ricordano anche le parole di Son s’cioppàa, famosa canzone di Enzo Jannacci datata 1985. «Cià damm una sigaretta eh perchè son arrivato al bar coi soldi e mi son dimenticato di dire quello che volevo di comprare le sigarette», cantava l’artista dimostrando che il milanese vero, quello che lavora sotto stress tutto il santo giorno, della sigaretta non ne poteva fare a meno allora come non può rinunciarvi adesso. Infine i ragazzi sottolineano come il comune salvi solo le sigarette elettroniche, le iQos, le GLO, le Puff, e qualsiasi «altra chincaglieria pseudotecnologica dal nome inglesizzante». «Quelle ovviamente sono risparmiate dal provvedimento voluto dall’assessora all’ambiente e al verde Grandi, perché svapo et similia sarebbero più ecofriendly, chic: un passaggio in lavatrice ed ecco che la nuova Milano arcobaleno e fighetta è pronta e non puzza più di fumo!», continuano da ilBlast.it, parlando di un «Greenwashing totale, che rivela una certa ipocrisia, anche perché il basso impatto di moltissimi di questi surrogati è tutto da dimostrare». Gli studenti fanno poi sapere di avere affisso i manifesti in tutti gli atenei della città. Dalla Cattolica alla Statale, dallo Iulm alla Bocconi oggi il volto di Sala fumatore compare ovunque.
Ma non solo. Gli studenti de Ilblast.it hanno attaccato degli altrettanto ironici adesivi sulle pensile Atm nel centro di Milano dove si può leggere «Il bus è in ritardo? Accenditi una sigaretta e arriverà subito».
«Questi manifesti sono un chiaro messaggio alla Giunta: la priorità non è il fumo», dice Alessandro Verri, capogruppo della Lega a Palazzo Marino, «Sala farebbe meglio a risolvere quelli che sono i veri problemi dei milanesi, mobilità e sicurezza in primis, soprattutto dopo quanto avvenuto la notte di capodanno in piazza del Duomo».