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 2024  dicembre 31 Martedì calendario

Biografia di Alexei Bugayev

Alexei Bugayev (1981-2024). Calciatore russo. È morto combattendo contro l’Ucraina. «La terza vita di Alexey Bugayev è durata meno di tre mesi. L’epilogo di una parabola discendente che in vent’anni l’ha portato dall’empireo del calcio internazionale alle trincee del Donbass. Dei soldati russi caduti in battaglia si sa poco o nulla e la morte di un ex giocatore della nazionale diventa subito notizia: polvere di stelle rosse, perché Bugayev è passato dalle gare di Uefa alla reclusione per droga, da cui ha scelto di liberarsi imbracciando le armi. A 43 anni, dopo un addestramento sommario, è finito in prima linea: al pari di molti ex detenuti, utilizzati come carne da cannone, è sopravvissuto poche settimane. Sembra – ma si tratta di voci – che sia stato ucciso da un drone mentre andava all’assalto di una postazione ucraina. La sua stagione di gloria sportiva ormai è lontana. Difensore di grido del Torpedo e del Lokomotiv, entrambe di Mosca, poi della siberiana Tom di Tomsk e quindi del Krasnodar fino al 2010, era stato convocato in nazionale giocando sette incontri. Agli Europei del 2004 in Portogallo era rimasto quasi sempre in panchina: era sceso in campo solo in due partite, inclusa quella decisiva con i padroni di casa che vinsero per due a zero con goal di Rui Costa e Maniche. Dopo avere appeso gli scarpini al chiodo, aveva tentato di muoversi come allenatore in squadre minori senza imporsi. Per un decennio di lui non si è saputo più nulla. Il 28 ottobre 2023 la polizia lo ha fermato con 495 grammi di mefedrone, una droga sintetica simile al Mdma, accusandolo di essere un grossista degli stupefacenti. Lo scorso 24 settembre il tribunale lo ha condannato a nove anni e mezzo di carcere: davanti ai giudici Bugayev si è dichiarato colpevole perché aveva già fatto la sua scelta. Ha chiesto di partire per l’Operazione Militare Speciale – il nome putiniano del conflitto ucraino – ed è stato immediatamente trasferito in un campo d’addestramento. Le condizioni per gli ex galeotti sono ancora più dure che in passato. All’inizio gli veniva chiesto di combattere per soli sei mesi, tanto pochi arrivavano vivi alla scadenza della ferma. Evgenij Prigozhin, che per primo nel 2022 aveva potuto rastrellare criminali nei penitenziari, ha sacrificato almeno 40 mila di loro nel “tritacarne” di Bakhmut, la più feroce battaglia urbana dai tempi di Stalingrado. Dall’inizio del 2024 invece l’arruolamento ha durata illimitata. In genere, la preparazione dura un mese poi si entra in una delle unità chiamate “Storm V”: fanteria d’assalto, che viene scagliata in piccoli gruppi contro le linee ucraine. In genere avanzano a piedi, cinque uomini alla volta, allo scoperto: si nascondono nelle rovine e coprono il movimento della squadra successiva, dirigendo il tiro di droni e cannoni. Un’attività ad altissimo rischio. Bugayev è caduto intorno a Natale e la notizia della sua morte è corsa velocemente sui canali telegram russi. “Purtroppo è vero – ha confermato il padre Ivan?- si è spento ieri”. Il suo agente Anton Smirnov ha spiegato all’agenzia Ria che l’intensità dei combattimenti ha impedito di recuperare il corpo: potrebbe restare uno dei militi ignoti di questo conflitto, che continua a mietere migliaia di vittime ogni settimana» [Di Feo, Rep].