Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  novembre 29 Venerdì calendario

"MA SE LEI È IL PAPA, POSSIBILE CHE NON C’HA LE CHIAVI DI CASA?" - DAGO, OSPITE DI CORRADO AUGIAS NELLA PUNTATA DELLA “TORRE DI BABELE”, RACCONTA DI QUELLA VOLTA CHE WOJTYLA, NEI PRIMI GIORNI DOPO L'ELEZIONE AL SOGLIO PONTIFICIO, FU "RIMBALZATO" ALL'INGRESSO DEL VATICANO DOPO UNA "ZINGARATA" IN UNA PIZZERIA CON IL SUO SEGRETARIO STANISLAW DZIWISZ - I DUE, BRILLI, DOPO ESSERE STATI BLOCCATI DA UNA GUARDIA SVIZZERA CHE NON LI AVEVA RICONOSCIUTI, CHIESERO AIUTO IN UN COMMISSARIATO DI POLIZIA, MA IL PIANTONE RISPOSE... -

La testa annebbiata dall’alcol, di fronte all’ingresso, senza le chiavi di casa. Una scena comune di cui è stato protagonista anche Papa Papa Wojtyla secondo quanto raccontato dal giornalista Roberto D’Agostino a Corrado Augias nella puntata de La Torre di Babele andata in onda ieri sera su La7.

Secondo il resoconto, in uno dei primi giorni dopo la fumata bianca, Papa Wojtyla si trovava alle prese con una scrivania colma di documenti da firmare, bollette e questioni burocratiche a cui non aveva voglia di dedicarsi dopo i giorni intensi che aveva trascorso. Deciso a prendersi una serata di pausa, era uscito con il suo segretario Stanislaw Jan Dziwisz per cenare in un ristorante.

«Vanno a fa’ bisboccia», racconta D’Agostino descrivendo una serata che si dev’essere svolta in allegria e non senza qualche birra – «Loro so’ polacchi lo reggono bene l’alcol». Mangiata la pizza i due tornarono «belli brilli». Ma all’ingresso, il Papa si rese conto di non avere i documenti. E senza di essi la guardia svizzera non lo lasciava entrare nella residenza vaticana.

«Ma io sono il Papa», ribatté Wojtyla. Solo che dall’elezione era passato poco tempo, e la guardia non aveva ancora familiarizzato con i connotati del nuovo pontefice. Così il viaggio verso casa di Giovanni Paolo II finì per far tappa in commissariato, dove il pontefice descrisse la situazione e si sentì rispondere: «Ma se lei è il Papa, possibile che non c’ha le chiavi di casa?».