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 2024  novembre 29 Venerdì calendario

Elkann, negli atti sulla Dicembre i dubbi per i “pareri” della Camera di Commercio

Che ruolo ha avuto il Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Torino nell’iscrizione della società “Dicembre”, attribuendone a John Elkann il 60% e ai fratelli Lapo e Ginevra il 40%? Un adempimento avvenuto solo nel 2021, con 17 anni di ritardo rispetto al 19 maggio 2004: data in cui la nonna Marella Caracciolo avrebbe ceduto il 41,29% ai nipoti in “nuda proprietà”. Un fatto decisivo nell’inchiesta della Procura torinese sull’eredità Agnelli e per la guida di Exor.
Di quegli adempimenti, si tratta più volte nel decreto del gip sulla perquisizione dello studio legale Grande Stevens, alla ricerca di un “archivio riservato” di Gianni Agnelli. Un atto che indica anche come indagato, per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, il notaio Remo Morone che aveva eseguito l’iscrizione con una Declaratoria e i relativi atti. Secondo i pm, Morone avrebbe inserito a mano la data mancante del 19 maggio 2004 nel documento col quale Marella, dopo la cessione, diventava “socio d’opera” di Dicembre. Un’ulteriore manipolazione, con l’aggiunta della data del 15 settembre 2015, sarebbe poi avvenuta per l’atto di cessazione di tale ruolo. Le presunte alterazioni emergerebbero, scrive il gip, da una cartellina del notaio, contenente le versioni non datate e, almeno nel primo caso, la successiva dicitura: “Riportata la data”. Inoltre, sempre con riferimento al primo dei due documenti, il decreto annota che, nelle “successive email rivolte ai dipendenti del Registro” per un controllo preventivo, “si lasciava in bianco, nella bozza di Declaratoria, la data dell’atto in questione”. Di interlocuzioni, però, con “funzionari del Registro… per chiarimenti/integrazioni, prima del deposito” si parla nel decreto, e sempre in forza delle “e-mail rinvenute”, anche riguardo alle “differenti versioni” (quattro quelle rintracciate) di altri tre atti fondamentali per la Declaratoria: le cessioni delle quote di Dicembre. Non sono mai, scrive il gip, originali, bensì “copie di fotocopie”. Solo la seconda e la terza (una sola è stata infine allegata alla Declaratoria) rispondevano a quei “chiarimenti/integrazioni”, portando il gip a dire che le differenze con la prima “non sono casuali, ma diretta conseguenza delle richieste” ai funzionari. Elementi ora al vaglio della Procura per eventuali reati del notaio Morone. Restano infine i pareri preventivi di “funzionari e impiegati”: gli stessi, oppure no, che poi accordarono l’iscrizione?