la Repubblica, 29 novembre 2024
Montagne sold out fino a Capodanno
LIVIGNO – Radi fiocchi di neve cadono sulla nuova cabinovia San Rocco, impianto-icona della stagione dello sci al via sulle Alpi. In poco più di cinque minuti, da quota 1.816, sale di oltre mille metri fino al Mottolino. Ultimi collaudi, inaugurazione il 6 dicembre, anche se a Livigno si scia già da due giorni. Trenta milioni di investimento, compresa la nuova seggiovia di Monte Sponda, per dare il via alla corsa che tra poco più di un anno porterà la località lombarda a essere la regina delle medaglie, ben 78, alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Sul “Tibet d’Europa”, grazie alla neve caduta la scorsa settimana, impianti e piste di Carosello Tremila sono già aperti. «Ora manca solo un po’ di freddo – dice Luca Moretti, presidente dell’Apt, l’ente locale di promozione del turismo – per preparare l’intero carosello. L’11 dicembre verrà inaugurata anche la prima struttura dei Giochi: poi toccherà al collegamento tra i due lati della valle e al parcheggio interrato ai piedi del Mottolino. Il volto di Livigno sarà totalmente nuovo».Tra domani e il primo fine settimana di dicembre la stagione dello sci da discesa si apre sull’interno arco alpino. Sul versante nord, tra Francia, Svizzera e Austria, la neve naturale è già abbondante. A sud le 280 località italiane, spazzate dal vento caldo degli ultimi giorni, partono invece grazie alla neve programmata. Questo fine settimana, dopo i ghiacciai sopra Cervinia e in Val Senales, le prime piste aprono a Courmayeur e sul Monte Rosa, a Madonna di Campiglio e a Plan de Corones. Tra le Dolomiti si può sciare in Val di Fiemme e a Cortina d’Ampezzo. Il meteo, a metà della settimana dell’Immacolata, annuncia l’arrivo del freddo e dell’inverno. Basteranno due o tre giorni sotto zero e i 5.686 chilometri di piste, serviti da 1.853 impianti, saranno pronti per gli oltre dieci milioni di sciatori che ogni inverno salgono in alta quota.Numeri da capogiro, più forti di ogni crisi e perfino del caro-ticket: le risalite valgono 1,2 miliardi a stagione per un giro d’affari superiore ai 15 miliardi, il 13 per cento del Pil prodotto dal turismo nazionale. «Le prenotazioni – dice Valeria Ghezzi, presidente degli impiantisti italiani e europei – annunciano una stagione da record. Gli investimenti in tecnologia e sostenibilità, nonostante il surriscaldamento del clima, permettono di garantire tracciati perfetti. Ilproblema non sono più le piste a bassa quota, ma quelle che scendono lungo versanti sovraesposti a sole e vento. Un anno ricco di piogge garantisce bacini pieni d’acqua, pronta per essere distribuita sulle piste in poche ore di freddo e bassa umidità».Due, entro la prossima stagione, le grandi novità sulle Alpi: la primacabinovia a doppia fune che collegherà Campitello di Fassa al Sellaronda e l’impianto che dopo sessant’anni consentirà agli sciatori di risalire da San Martino di Castrozza a Passo Rolle. Oggi, oltre i duemila metri, il paesaggio è però già quello di Natale. La prima neve di novembre copre pascoli e rocce, solo spessi strati di brina imbiancano le foreste. Chi a ma la solitudine nella natura, muoversi in montagna grazie a ciaspole, sci da escursionismo e alpinismo, dovrà invece aspettare. «A inizio stagione – dice Luigi Borgo, presidente dei 16.583 maestri di sci italiani – per tutti la priorità è comunque la preparazione fisica. Lo sci è uno sport, spesso si pratica per otto ore al giorno, lungo piste sempre più scorrevoli e veloci, con materiali che permettono di raggiungere alte velocità in pochi metri. La prudenza deve restare la prima regola, sommata all’allenamento e alla cura dell’attrezzatura».I dati confermano che l’Italia, dove il casco in pista è obbligatorio fino a 18 anni e il tasso alcolico viene testato dalle forze dell’ordine come sulle strade, è all’avanguardia in Europa. Quattro i cruciali nodi irrisolti: il futuro della neve lungo inverni sempre più caldi, umidi e instabili; la sostenibilità di impianti e località al di sotto di quota 1.500; il costo degli skipass e il reclutamento di maestri di sci per gli oltre 4 milioni di principianti all’anno. «Il salto culturale – dice Borgo – è immaginare la neve in modo nuovo, come l’intera montagna d’inverno. Lo sci non va più declinato al singolare, ma al plurale, a seconda dei tempi e dei luoghi diversi entro i quali sarà possibile esercitarlo. Il prezzo invece ancora non è un’emergenza: entrare allo stadio o in una spa costa di più e non garantisce una giornata di libertà e movimento nella natura. La scarsità di insegnanti esplode solo a Natale e a carnevale. È un lavoro stagionale, non basta per vivere tutto l’anno: vanno create le condizioni per permettere la copertura dei periodi di punta a tirocinanti, giovani e maestri che esercitano anche altre professioni».Per l’Immacolata, a Natale e a Capodanno, già tutto esaurito sulle Alpi, nonostante l’aumento diffuso da ovest a est dell’intero arco alpino del prezzo dello skipass. Rispetto a tre anni fa, incrociando i dati di Altriconsumatori e Assoutenti, i prezzi giornalieri per un adulto, in alta stagione, sono infatti lievitati fino al 28% di Livigno e Bormio. Il comprensorio di Dolomiti Superski, il più caro, chiede 83 euro al giorno, a Madonna di Campiglio per otto ore di discese ne servono 79. Cortina supera di dieci euro Courmayeur (77 a 67). Cifre che, al momento, non spaventano gli amanti della montagna. Che ora sognano soltanto la neve vera che cade dal cielo.