Corriere della Sera, 19 novembre 2024
«Mina non vuole vedersi in tv»
Mina è «il direttore artistico più forte d’Italia», talent scout infallibile, oltre che inarrivabile interprete, la descrive il figlio Massimiliano Pani, suo produttore e portavoce. Ma se da un lato lei si diverte ancora moltissimo a «scovare le canzoni giuste», tra le migliaia che riceve ogni anno, e a lavorare ai nuovi dischi, dall’altro «ha abbandonato il suo personaggio perché sta benissimo con se stessa, musicista, intellettuale e donna molto ironica».
Pani offre un piccolo squarcio di vita quotidiana: «Se ci sono programmi che parlano di lei in tv, cambia velocissimamente canale, dice “ussignur!” in cremonese e gira – racconta —. Si annoia tantissimo a vedere se stessa in tv e non vuole essere celebrata».
A osannarla, monumento vivente della musica italiana, ci pensano gli altri, mentre lei, a 84 anni, «riesce a essere contemporanea pur mantenendo un alto livello qualitativo». Lontana dalle scene dal 1978, oggi possiamo rivederne i lineamenti solo attraverso le fantasiose trasformazioni che accompagnano ogni nuovo progetto e, questa volta, Mina diventa la polena di una nave: il viso con i due grandi occhi truccati di nero, immediatamente riconoscibili, affiora dall’intrico di uno scafo nella copertina del suo nuovo album «Gassa d’amante», titolo probabilmente indecifrabile per chi è estraneo al gergo nautico, che lega la parte visiva a quella musicale.
La gassa d’amante è «il nodo marinaro per eccellenza, una cima che si intreccia, come due amanti», chiarisce Pani. L’amore è infatti il filo conduttore dei brani, nove inediti e una rilettura, in uscita venerdì. Si inizia proprio dalla cover, «Non smetto di aspettarti», di Fabio Concato, passando poi a titoli di autori tutti diversi, tra cui «Senza farmi male», scritto da Elisa, e «Buttalo via» di Francesco Gabbani. Gli altri nomi, da Lumi a Roberto Casu, sono perlopiù sconosciuti, «professionisti e ragazzi nuovi che lei mette insieme in un puzzle». È sempre lei, in studio, a dire «questo pezzo lo facciamo così», sottolinea Pani, ma oltre a essere produttrice artistica, «sceglie i pezzi in un lavoro lungo e paziente, riuscendo a individuare quelli giusti da 60 anni».
Mina riceve «3-4mila brani l’anno – prosegue il figlio —, prima erano cd, adesso si possono mandare i file attraverso il suo sito e lei ogni giorno li ascolta». Quando decide di voler lavorare a una canzone, è ancora lei a telefonare agli autori: «Sì, chiama lei, loro di solito sentono “sono Mina” e mettono giù, così poi deve richiamare e dire “sono io davvero”». Una chiamata che è il sogno di ogni artista: «Dopo il duetto con Blanco, quasi tutti i ragazzi di questa nuova generazione vorrebbero fare qualcosa con lei perché ritengono che sia avanti».
Un paradosso «sociologicamente interessante», osserva: «L’unica artista che non fa promozione, che non si vede in tv, né fa concerti riesce ad arrivare a questi giovani». Il motivo? «Me lo spiego col fatto che è sempre riuscita a capire le cose un po’ prima degli altri. E riesce a incontrare anche il gusto dei ragazzi».
Ma Mina che cosa pensa di questa nuova generazione? «È un periodo in cui la musica te la devi andare a cercare, non nel mainstream, ma se lo fai ci sono ragazzi molto bravi. Lei lo fa, ascolta di tutto e ci azzecca. Da alcuni provini casalinghi e terrificanti che riceve, capisce che dentro c’è il pezzo». Anche di «Acqua e sale» con Celentano aveva capito le potenzialità: «Ho un provino che ogni tanto faccio sentire agli amici e non ci credono che sia poi diventata come la conosciamo». A proposito di Celentano? «No, è un po’ che non si sentono, non c’è stata occasione – dice Pani —. Abbiamo invece chiesto un pezzo a Ivano Fossati, come spesso facciamo con alcuni grandi autori, ma in questo momento ci ha risposto che non ha voglia».
In «Gassa d’amante» la voce di Mina dimostra ancora una volta di resistere al tempo: «Quest’anno ci siamo stupiti anche noi, sarà che si è divertita e ci ha messo una parte di cuore e anima in più, ma è migliorata anche la voce, non so come sia possibile. Forse non dover fare estenuanti tournée l’ha preservata, ma lei è una fuoriclasse che non ha logorato il suo strumento e lo usa con grande intelligenza».