19 luglio 2021
Oggi 333 - Fake news
Che gusto c’è a sparare su internet balle spaziali?
Lei dice le cosiddette “fake news”?
Già. Che gusto c’è?
A parte il piacere un po’ primitivo di far casino, ci si guadagna pure.
E come ci si guadagna?
In due modi. Primo modo: ho un sito, lo curo, ha un certo traffico. Un giorno scrivo che il papa fa ginnastica tutte le mattine camminando completamente nudo sulle mani. Non sta in piedi, ma è curiosa, e la gente, intrigata dalla titolazione, corre a leggere. Sul sito ho di media un traffico di due-tremila persone, ma il papa sulle mani fa saltare la media: diventano dieci-ventimila. È falso, ma ho più traffico e la gran parte degli inserzionisti non guarda alla serietà di quello che scrivi, ma al numero di quelli che ti leggono. Più gente c’è, e più pagano. Primo modo di guadagnare.
E il secondo modo?
Ti pagano per mettere in giro notizie sballate. Sono venuti fuori un paio di casi proprio in questi giorni. Mirko Drotschmann, uno youtuber tedesco con un milione e mezzo di followers, ha denunciato il tentativo dell’agenzia AdNow di fargli scrivere – in cambio di denaro – che tra i vaccinati con Pfizer i morti sono il triplo di quelli vaccinati con Astrazeneca. Caso analogo in Francia con Léo Grasset. Dietro AdNow ci sono i russi, che spingono per vendere Sputnik, vaccino al momento ancora non approvato dall’Ema.
Capisco. M’immagino che la pandemia abbia moltiplicato il giro delle fake news.
Come no. Il caso più clamoroso è quello dell’americano Joseph Mercola, un osteopata le cui imprese sono state ricostruite nel dettaglio dal New York Times. Mercola, agendo dalla Florida o dalle Filippine, vende sul sito prodotti di sua invenzione, basati – dice lui – sulla vitamina D, l’unica – dice sempre lui – in grado di combattere davvero il Covid. Questa propaganda si accompagna a una serie impressionante di bufale relative ai vaccini. Una volta è stato anche beccato, e condannato a pagare tre milioni di dollari ai pazienti che aveva ingannato. Ma intanto il suo reddito annuo è di cento milioni. Dopo la multa, il truffatore ha continuato a truffare.
Un caso isolato, almeno?
Non direi. Anche se il 97% delle fake news sulla pandemia – scrive sempre il New York Times – è prodotto da solo dodici utenti. E tra questi c’è pure Robert Kennedy jr., figlio di quel Robert Kennedy che fu ammazzato negli anni Sessanta.e.