Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  luglio 05 Lunedì calendario

Oggi 331 - Bambino in piscina

La storia del bambino in piscina che viene risucchiato dalla pompa che sta sul fondo… Beh, è successo di nuovo.

Dove è successo?

Nel parco acquatico di Gallipoli. Bambino di cinque anni. La piscina è doppia, nel senso che ha una sorta di dépendance, una vasca più piccola destinata all’idromassaggio. Qui, per fortuna, l’acqua è bassa. La mamma ci porta il piccolo, e questi a un tratto si mette a piangere disperato: la pompa, col suo risucchio, gli ha immobilizzato i piedi. La madre grida, accorrono alcuni uomini robusti, riescono a staccare il bambino da quel vortice. Lo portano al Perrino di Brindisi, è grave, ha perso la sensibilità alle gambe.

È un caso isolato? È un problema generale?

È successa più o meno la stessa cosa tre anni fa al Virgilio Grand Hotel di Sperlonga, vicino a Roma. Sara Francesca Basso, tredici anni, di Frosinone, secondo il padre «un vero pesce», sta nuotando nella piscina dell’albergo, e la pompa, sotto, la cattura. Stavolta l’acqua è alta, Sara resta immersa e bloccata per cinque minuti, nessuno sa come si spenga l’impianto. La tirano fuori troppo tardi, muore in ospedale. Il processo comincerà in settembre, con tre imputati per omicidio colposo.

Che cosa ci stanno a fare le pompe sott’acqua?

Quando non c’è l’offerta di un idromassaggio, c’è in ogni caso la necessità che l’acqua circoli, che la piscina non si trasformi in una palude. Le pompe servono a questo. Naturalmente, ci sono tutti i sistemi perché incidenti come quelli appena ricordati non accadano. E se qualcuno deroga, o non gestisce a dovere l’impianto, il rischio è altissimo.

Sorvegliare gli impianti per accertarsi che tutto sia in regola?

Le piscine in Italia sono quattrocentomila, le frequentano ogni anno cinque milioni di persone, solo nel 2019 ne hanno costruite diciannovemila. Cosa vuole sorvegliare? Sì, si può tentare qualche carotaggio, qualche blitz improvviso. Il problema però è soprattutto la coscienza di chi costruisce l’impianto, e lo gestisce. Senza quella, non c’è quasi scampo.