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 2021  giugno 28 Lunedì calendario

Oggi 330 - Bollicine

Esiste lo Champagne, esiste il Prosecco ed esiste lo spumante.

Se è per questo, esistono anche il Franciacorta e lo spagnolo Cava. E sono sicuro che nel settore c’è pure qualche invenzione cinese. Ma perché ci occupiamo di bollicine?

Perché Putin, firmando un decreto lo scorso 2 luglio, ha deciso che in Russia la parola “champagne” (shampanskoye) potrà essere adoperata solo per vini prodotti in Russia. Il famoso champagne francese – a parer suo – deve cambiare etichetta.

Ma lo può fare?

Le denominazioni sono protette all’interno dell’Unione europea. Fuori dall’Unione ogni marca deve trattare con ogni singolo stato. Lo champagne è riconosciuto come tale in 150 stati. D’ora in poi la Russia non sarà tra questi.

I francesi come hanno reagito?

Hanno reagito solo quelli di Lvmh, padroni dei marchi Moet et Chandon, Dom Pérignon e Veuve Cliquot. Hanno annunciato che non esporteranno più in Russia le loro bottiglie. Ma è una presa di posizione assunta per prendere tempo. Le trattative sono già cominciate e si prevede che i francesi si rassegneranno. Il 13% dei vini importati in Russia è costituito da champagne, ma di questo 13 Lvmh non è che il 2. D’altra parte nel complesso delle esportazioni di Lvmh, la Russia non rappresenta che il 5%. In apparenza non sono percentuali da drammi.

Secondo me, la cosa fa gioco all’Italia.

Coldiretti dice di sì. Lo spumante italiano va fortissimo: +31% nel primo trimestre del 2021 sul primo trimestre del 2020.

“Spumante” non è una parola protetta?

No, lo spumante si può fare ovunque e con qualunque procedura. Mentre il Franciacorta è un marchio protetto che designa nello stesso tempo una località, un vino e una procedura di vinificazione.

E il prosecco?

Sul prosecco non si scherza. Marchio protetto dalle norme Ue che adesso è sotto attacco dalla Croazia.

Cioè?

I croati vorrebbero che la Ue avviasse le procedure per il riconoscimento della denominazione del Prošek, vino dolce prodotto soprattutto in Dalmazia. “Prošek” si confonde proprio con “Prosecco”, un caso simile a quello del famigerato “parmesan”. I nostri hanno chiesto che la richiesta croata non sia nemmeno stampata in Gazzetta Ufficiale.