31 maggio 2021
Oggi 326 - Mottarone
Si deve distinguere tra ciò che i cittadini percepiscono e la realtà.
Lo diciamo a proposito di…?
L’ultima svolta nella vicenda di Mottarone. Il presidente del tribunale di Verbania ha destituito la giudice Donatella Banci Buonamici, già al centro di polemiche per aver fatto scarcerare i tre imputati. Il presidente del tribunale ha spiegato: la Banci Buonamici ha solo sostituito la collega che avrebbe dovuto occuparsi della cosa e che era impegnata, per conto del tribunale, in un altro lavoro. Questa collega, che si chiama Elena Ceriotti, è rientrata in servizio, il gip è lei, dunque si riprende in mano la procedura.
Stiamo parlando della tragedia della funivia e dei quattordici morti.
Sì. Gli avvocati dei tre imputati protestano e dicono che un provvedimento simile non s’è mai visto, sostituire un giudice in corso d’opera, cioè un arbitro mentre la partita si sta ancora giocando. È una bega troppo tecnica e non osiamo entrare nel merito, scioglierà il contenzioso il Consiglio giudiziario di Torino. Che cosa percepisce però l’italiano qualunque il cui cervello può soffermarsi su questioni come questa solo per pochi minuti?
Che cosa?
Che il presidente del tribunale, intimidito dalle polemiche e desideroso di difendere le prime scelte della Procura, ha inteso punire la giudice che aveva scarcerato gli imputati, facendosi pure intervistare dalla tv. Ma quello che è particolarmente interessante, e significativo, è che anche il provvedimento della scarcerazione ha avuto un impatto sul pubblico del tutto diverso da quello che si aspettava la scarceratrice Banci Buonamici.
Cioè?
Si può tenere uno in galera prima del processo solo in tre casi: se il sospettato può scappare, se può inquinare le prove, se può ripetere il reato. Non presentandosi nessuno dei tre rischi, gli imputati sono tornati a casa. Il pubblico ha tuttavia percepito: la solita giustizia italiana che libera i colpevoli e mette dentro gli innocenti.
E adesso?
Si tratta di stabilire chi ha veramente deciso di installare i forchettoni che hanno impedito ai freni d’emergenza di funzionare. E però adesso i cittadini italiani penseranno: ci vorranno anni per arrivare a sentenza e, come sempre, alla fine non avremo capito niente.