8 febbraio 2021
Oggi 310 - Governo
Questo governo non mi convince.
Come mai?
M’aspettavo una sfilata di cervelloni. E i partiti. a casa.
Il problema è che, prima o poi, il governo deve andare in Parlamento e farsi approvare quello che fa. Far fuori i partiti era illusorio. Alla Camera e al Senato ci sono loro.
Nessuno avrebbe osato buttar giù Draghi. Mattarella avrebbe sciolto le Camere.
Ma da luglio e fino a febbraio le Camere non si possono sciogliere. È il cosiddetto “semestre bianco”, il periodo nel quale si vota il nuovo presidente della Repubblica. La Costituzione vieta che, nel semestre, si tengano elezioni.
E sia. Però i politici mi sembrano troppi: 15 su 23.
E però, se lei guarda bene, i ministeri chiave, quelli a cui sarà affidata - per esempio - la spesa dei 209 miliardi che arriveranno dall’Europa sono quasi del tutto in mano ai non-politici. Il caso più significativo è quello di Daniele Franco, nuovo ministro dell’Economia. Al tempo del primo governo Conte, Franco era ragioniere generale dello Stato, e Di Maio e Casalino lo accusarono di essere la “manina” che gli modificava i decreti, quello che gli impediva di spendere e che gli frenava il reddito di cittadinanza. Franco fu costretto a dimettersi e adesso Draghi l’ha richiamato. Come le pare questa mossa?
I grillini sono fuori di sé, e non solo per Franco.
Altra mossa: i tre forzisti - Brunetta, Carfagna e Gelmini - sono quelli a cui piace poco l’alleanza con Salvini. Draghi non ha chiamato Tajani, come Berlusconi avrebbe voluto. Il punto è che Berlusconi non è stato consultato, così come non è stato consultato Zingaretti che Draghi ha messo in difficoltà non nomiando ministro nessuna donna democratica. Cioè Draghi, fcendo da sé, ha in quache modo liberato i politici nominati dal giogo delle rispettive segreterie. Le poche donne nel ministero significano che Draghi non ha intenzione di piegarsi al pensiero dominante. Le scelte del premier hanno praticamente destabilizzato tutti.
Una partita a scacchi.
Più una partita a Go, forse, dove si vince soffocando l’avversario.