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 2021  gennaio 04 Lunedì calendario

Oggi 305 - Stellantis

Si dice che con questa fusione tra la Fiat e la Peugeot si chiuderanno gli stabilimenti in Italia, si perderanno posti di lavoro...

Intanto lei dice “Fiat” e dovrebbe dire “Fca”. “Fca” significa Fiat+Chrysler. Vale a dire: la vecchia Fiat non è più italiana da un pezzo, la sua sede legale è ad Amsterdam. Fca ricava dall’Italia appena il 10% dei suoi introiti.

Con quest’ultima operazione, gli stabilimenti in Italia saranno chiusi o no?

Al momento sembrerebbe di no. Sono stati anche confermati i cinque miliardi di investimenti promessi a suo tempo. È più pericoloso, casomai, il forte calo nella produzione provocato dalla pandemia che il matrimonio con i francesi.

In che consiste questo matrimonio? Comanderanno loro o comanderemo noi?

Il suo “noi” è come minimo ingenuo. Si rassegni: non si tratta più di un’azienda italiana, ammesso (e per ora non concesso) che vogliano chiudere qualche centro di produzione non sarà certo il nostro governo a poterlo impedire. L’unica strada per salvare i posti di lavoro, quando si verificano casi come questo, è quello di tirar fuori soldi per ridare un minimo di convenienza agli insediamenti nostrani. E comunque: Fca e Peugeot si integrano piuttosto bene. Peugeot porta una forte presenza in Asia ed è molto avanti nella produzione delle auto elettriche. Fca, grazie a Chrysler, ha una formidabile dote sul mercato americano, oltre a un vecchio primato nella fabbricazione delle piccole.

Lei non mi ha ancora risposto sul punto che secondo me è decisivo: comanderà John Elkann, cioè gli Agnelli, o i Peugeot?

John Elkann, attraverso la sua finanziaria Exor, è il primo azionista del nuovo gruppo, che si chiama Stellantis e ha ottenuto la presidenza di Stellantis. Però in consiglio d’amministrazione i francesi hanno sei posti e gi italiani cinque e il ceo del nuovo gruppo è quello di Peugeot. Nel capitale di Stellantis c’è anche lo stato francese. Credo che faranno di tutto per andare d’accordo e procedere con scelte condivise. Ma ho l’impressione che l’ultima parola, se ci saranno diversità di vedute o addirittura contrasti, sarà la loro.