14 dicembre 2020
Oggi 302 - Regeni
Che c’entra Corrado Augias con la Legion d’onore?
Nel 2007 i francesi insignirono della Legion d’onore Corrado Augias. L’altro giorno Corrado Augias ha fatto visita all’ambasciatore francese, e gliel’ha restituita. Gliel’hanno restituita anche Luciana Castellina, Giovanna Melandri e Sergio Cofferati. Credo che ci saranno altre restituzioni.
Perché?
Il presidente francese Macron ha ricevuto il presidente egiziano al Sisi e, nell’occasione, gli ha conferito la Legion d’onore. Al Sisi è obiettivamente complice dell’assassinio di Giulio Regeni, le cui circostanze terribili sono state ulteriormente chiarite dalla chiusura delle indagini della Procura di Roma. Anche se la napoleonica Legion d’onore ha l’aria d’essere diventata un’onoreficenza-burletta, Augias e gli altri hanno giudicato intollerabile il trovarsi in compagnia di un massacratore come al Sisi. Gli americani hanno scoperto che i Giulio Regeni sono 1.058. Al Sisi è al potere da sette anni, e per tenere a bada i suoi nemici principali - i Fratelli musulmani - lascia ammazzare anche in presenza di un semplice sospetto. Il caso Regeni è talmente enorme che la Committe for Justice americana ha intitolato il dossier che contiene i 1.058 nomi “The Giulio Regenis of Egypt”, “I Giulio Regeni d’Egitto”.
Che cosa hanno scoperto i giudici romani?
L’assassino materiale di Regeni, e suo torturatore, è il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Suoi complici il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi. Sono tutti funzionari dei servizi segreti egiziani. Hanno tenuto prigioniero Regeni per nove giorni. Lo hanno seviziato persino con ferri roventi. I magistrati romani hanno a disposizione il racconto di cinque testimoni. I quattro assassini sono evidentemente “irreperibili”. Si aspettano i 20 giorni di prammatica, in cui i quattro possono controdedurre. Poi ci sarà il rinvio a giudizio e il processo in contumacia. Gli egiziani hanno scelto fin dal primo giorno la tattica di depistare e tacere.
Il governo?
Sta zitto. Ci sono troppi affari in ballo con l’Egitto, gli abbiamo appena venduto due fregate Fremm. Giuliano Ferrara ha scritto: «Uno stato serio non si lascia trattare così». È difficile dargli torto.