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 2020  agosto 03 Lunedì calendario

Oggi 283 - Furbetti

La storia dei cinque furbetti...

No, sono tre.

No, sono cinque: a due i 600 euro non glieli hanno dati, ma li avevano chiesti.

Stiamo parlando degli onorevoli...

Pochissimo onorevoli, a dire il vero.

Stiamo parlando degli onorevoli che, anche se stipendiati a 12 mila e più euro al mese, hanno chiesto i 600 euro che il governo ha messo a disposizione delle partite Iva per i mesi di marzo e aprile. Tre leghisti, un grillino e un renziano, il grillino e il renziano avrebbero sbagliato nel compilare la domanda e l’Inps non gli ha dato i soldi. A maggio gli euro sono diventati mille, ma la platea dei destinatari si è ristretta: potevano incassarli solo quelli che ad aprile 2020 potevano dimostrare di aver perso un terzo del fatturato del 2019.

So dove para questo discorso: i parlamentari che hanno chiesto i 600 euro non hanno commesso un reato.

Proprio così. Il provvedimento che stanziava i 600 euro è stato scritto male: tutte le partite Iva avevano diritto ai soldi, qualunque fosse il loro reddito. Adesso ci si è resi conto che la percentuale di percettori abbienti risulta superiore a quella dei poveri.

Come si può essere tanto imbecilli?

Laura Castelli, sottosegretario all’Economia, dice che si doveva far presto e introdurre distinguo avrebbe penalizzato che stava con l’acqua alla gola. Adesso si sta pensando di introdurre un emendamento nel cosiddetto Decreto Agosto che escluda dai bonus i parlamentari, i consiglieri regionali e i sindaci. Forse addirittura retroattivo.

I politici che hanno fatto domanda per i 600 euro di marzo e aprile sono duemila.

Sì, non confondiamo. C’è politico e politico. Un consigliere circoscrizionale guadagna pochissimo o non guadagna affatto. Nessuno scandalo se, avendo la partita Iva, ha chiesto il bonus.

Perché non sappiamo i nomi dei cinque o dei tre?

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sostiene che rivelare i nomi violerebbe la privacy. Molto discutibile. Come si è saputo che esisteva questa cosa legittima, ma scandalosa?

L’ha rivelata Repubblica e la soffiata sarebbe venuta dallo stesso Inps. Per un obiettivo elettorale, si maligna: sputtanando cinque onorevoli, il presidente Tridico avrebbe rafforzato il fronte di coloro che il prossimo 20 settembre voteranno sì al referendum sul taglio dei parlamentari voluto dal M5s.