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 2020  luglio 20 Lunedì calendario

Oggi 281 - Scandali

È ricominciata la stagione degli scandali?

«Dice per il caso Fontana?».

Per il caso Fontana e per il caso Casalino.

«Non so se il caso Casalino è veramente un caso».

Scusi, come ha scritto la Soncini, il caso Casalino è pura commedia all’italiana: «cubano che sta col portavoce del presidente del consiglio percepisce indennità di disoccupazione italiana e se la gioca in Borsa».

Il cubano che sta con Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio, si chiama José Carlos Alvarez, ha 31 anni e un conto corrente da 25 mila euro. Spende però sui siti di trading on line - quelli che ti fanno giocare in Borsa da casa - 150 mila euro. La cosa è sospetta, e la banca segnala l’anomalia alla Banca d’Italia. L’Ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia apre un’inchiesta. La Lega fa casino: a parte tutto, dice, come può il fidanzato di un uomo che passa la sua vita a Palazzo Chigi giocare in Borsa?

Che dice Casalino?

Che il rapporto con Alvarez è in crisi da un pezzo. Che Alvarez ha sempre perso, dunque non aveva tutte queste dritte da Palazzo Chigi. Che i 150 mila euro sono il risultato della stessa mille euro che una volta entra e una volta esce, cioè i 150 mila euro come somma totale non esistono. Però s’è fatto intervistare dal Corriere della sera, e questo forse è un segnale di difficoltà. Potrebbe davvero essere solo un pasticcio da commedia all’italiana.

E il caso Fontana?

I casi Fontana, cioè Attilio Fontana, governatore della Lombardia, sono due. Primo caso: la mamma di Attilio Fontana, Maria Giovanna Brunella, di professione dentista, nel 2005 trasfersce illegalmente nel paradiso fiscale delle Bahamas 5,3 milioni di euro. Nel 2015, essendo la signora morta, il figlio Attilio, erede unico, scuda quei soldi, cioè profitta di una legge che consente di far rientrare senza danno in Italia i soldi tenuti illegalmente all’estero. Le domande degli investigatori sono: siamo sicuri che i 5,3 milioni fossero davvero della madre e non del figlio? E, seconda domanda: come mai parte di quella ricchezza - 4,4 milioni di euro - sta adesso in Svizzera ed è gestita tramite una fiduciaria dallo stesso governatore della Lombardia?

E il secondo caso Fontana?

La Regione Lombardia, per via della Covid, aveva urgente bisogno di camici, e affidò la fornitura di 75.000 camici e 7.000 set sanitari alla società Dama spa. Una commessa da 513 mila euro. Senonché la società Dama spa appartiene al cognato di Fontana e la moglie di Fontana, Roberta Dini, ne possiede addirittura il 10 per cento. L’assessore Raffaele Cattaneo avvertì Fontana che la cosa era pericolosa dal punto di vista reputazionale. Allora Fontana persuase suo cognato Andrea Dini a trasformare la commessa in donazione. Poi chiamò in soccorso la sua fiduciaria svizzera e dispose di rimborsare con 250 mila euro suoi personali il cognato. Giri strani, non si sa quanto legittimi. La Guardia di finanza indaga.