8 giugno 2020
Oggi 273 - M5s
Ci si chiede se il Movimento 5 stelle non stia rapidamente correndo verso l’estinzione.
Anzi. Potrebbe recuperare quasi per intero il suo elettorato e attestarsi, in caso di elezioni, intorno al 30%».
E questo chi lo dice?
Un sondaggio di Pagnoncelli. Però, per prendersi questo 30%, bisognerebbe votare subito e il M5s dovrebbe presentarsi agli elettori avendo come capo del movimento il premier Conte. Se il M5s andasse al voto senza Conte, prenderebbe un misero 12%.
Beh, forse a Conte converrebbe.
Conte con un partito suo vale oggi, secondo Pagnoncelli, un 14%. Il problema è che Conte, per mettersi a capo dei grillini, dovrebbe vedersela con Di Maio e Di Battista. E con Davide Casaleggio. Ed è qui che il suo dubbio sull’eventuale estinzione del M5s ha qualche senso.
Accidenti. Si oscilla tra un 30% e la dissoluzione.
Il Movimento è sul punto di spaccarsi. E non solo sui nomi. Deve continuare il matrimonio col Pd oppure bisogna tornare a flirtare con la destra? Grillo è per restare abbarbicati al Pd, Di Maio no. Di Battista poi vuole rientrare in gioco e propone che si vada a un’assemblea che voti il nuovo capo politico (cioè lui). Grillo gli ha risposto che queste sono idee da terrapiattisti, cioè assurdità. Il fatto è che dietro Di Battista c’è Davide Casaleggio, il quale vorrebbe di nuovo, con la sua piattaforma, determinare la vita del M5s. Un’idea che Grillo contrasta con tutte le sue forze e che la maggior parte dei grillini respinge: Davide Casaleggio e il suo business informatico, ormai stanno sulle scatole a quasi tutti. Grillo è arrivato al punto di far capire che potrebbe rimettersi lui alla testa del movimento. Per intanto, ha fatto in modo che la gerenza Crimi sia prolungata.
E la storia del Venezuela?
Cioè i tre milioni e mezzo che dal vecchio dittatore Chávez sarebbero stati versati a Casaleggio padre nel 2010. Faccenda misteriosissima, probabilmente falsa, che viene fatta esplodere adesso forse proprio per accelerare la dissoluzione del movimento.