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 2020  aprile 27 Lunedì calendario

Oggi 267 - Scuola

...quindi non si torna a scuola fino a settembre...

«Già. Il rischio contagi, a ricominciare subito le lezioni, sarebbe troppo forte».

E per l’esame di maturità?

«Di ufficiale non c’è ancora niente. Una commissione di esperti, guidata dal professor Patrizio Bianchi, sta studiando i vari problemi connessi al ritorno in classe e alla necessità di tutelarsi dal contagio, due esigenze in contrasto tra di loro. Faranno sapere alla fine della prossima settimana quali sono le loro idee. Intanto però, proprio sulla maturità, la ministra Lucia Azzolina s’è fatta intervistare dal sito Skuola.net. Ha detto che quest’anno gli esami saranno solo orali e si svolgeranno il 17 giugno. Commissari tutti interni, cioè gente che i candidati già li conosce. L’idea è che gli studenti stessi propongano uno spunto e che intorno a questo spunto si svolga poi il colloquio. Non faccia quella faccia, l’esame di maturità è da parecchi anni una burletta, alla fine sono promossi sempre il 98% degli studenti. Quest’anno, vista la situazione, si potevano tranquillamente promuovere tutti e non pensarci più. Dati i precedenti, dico».

Che succederà a settembre?

«Sempre la ministra, mentre si aspettano le proposte degli esperti, ha detto che a settembre, per garantire un numero di presenze fisiche limitato, si sarebbero tenuti la metà degli alunni in classe e l’altra metà a casa. Quelli a casa avrebbero seguito la lezione per via telematica. Dopo tre giorni, i due gruppi si sarebbero dati il cambio. Quest’idea ha suscitato una quantità di proteste: come si fa a insegnare in due modalità diverse, i docenti - di solito piuttosto in là con gli anni - non hanno questa dimestichezza con la tecnologia...?».

Ma tutti questi computer nelle scuole esistono?

«Infatti. Uno dei problemi è che una statistica molto recente mostra che una famiglia italiana su tre il computer non ce l’ha. Di conseguenza, la soluzione di insegnare per via telematica sarebbe discriminante nei confronti dei figli di queste famiglie. Senza ignorare che anche le condizioni della nostra rete sono quelle che sono, in troppe zone del Paese l’alta velocità di connessione è un miraggio».