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 2020  aprile 13 Lunedì calendario

Oggi 265 - Venticinque aprile

Venticinque aprile... venticinque aprile...

«La Festa della Liberazione».

Liberazione dal fascismo?

«Liberazione dallo straniero, cioè dai tedeschi».

1943? 1944? 1945?

«25 aprile 1945. Il 25 aprile del 1945 i partigiani entrarono nelle grandi città e ne presero pos­sesso. Due giorni dopo, il 27 aprile, Mussolini, la Petacci e gli altri che col duce tentavano di scappare in Svizzera furono catturati a Dongo, tenuti rin­chiusi per una notte e fucilati il giorno dopo a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como. Le spoglie dei fucilati vennero portate a piazzale Loreto, in Milano, appese a testa in giù e abbandonate al ludibrio della folla. Molti italiani andarono a sputare sui corpi morti e a lor­darli in tutti i modi possibili. Una scena invereconda. Durante i cortei di una volta era frequen­te il grido «Piazzale Loreto». Celebrando il 25 aprile sarà bene chiarire che piazza­le Loreto e il relativo compor­tamento degli italiani furono una vergogna».

Perché ci sono tante polemi­che intorno a questa data? Non dovrebbe essere una di quelle ricorrenze che mette tutti d’accordo?
«Vi furono partigiani di tutti i tipi: comunisti, socialisti, cat­tolici, liberali. Ma, dopo la guerra, i comunisti seppero fa­re della Resistenza una cosa lo­ro, alla quale gli altri si aggre­gavano – nella comme­morazione e nel ricordo – con l’aria dei comprimari».

Quanti erano, poi, i partigiani?
«All’inizio, cioè dopo l’8 settem­bre, salirono in montagna più o meno in settemila. Il popolo dei resistenti crebbe poi con le probabilità della vittoria, fino a raggiungere una consistenza di 300 mila combattenti. Cioè, gli italiani si persuasero a prende­re le armi man mano che si rese­ro conto di come sarebbe anda­ta a finire, una inclinazione che Flaiano in seguito avrebbe chia­mato «corsa in soccorso del vin­citore ». Sono passati 75 anni ed è forse possibile parlare della Resistenza, del 25 aprile e del resto con franchezza, ricono­scendo eroismi e bassezze degli uni e degli altri sen­za finzioni e senza retorica. La riconciliazione generale tra le forze politiche, che ancora oggi, nonostante il coronavirus, appare chimerica, passa anche da qui».