9 luglio 2018
Oggi 174 - Scuola
Si torna a scuola...
Mamma mia. M’immagino già la solita girandola dei professori, cattedre vuote...
Forse no. L’anno scolastico si organizza in anticipo, il bene e il male sarà più giustamente attribuito all’ex ministro Fedeli. Ma, a quanto dicono gli esperti, il caos quest’anno dovrebbe essere più contenuto ed entro ottobre gli organigrammi dovrebbero andare a posto. Certo con l’aiuto dei soliti centomila supplenti. Un problema nuovo, casomai, è quello dei pensionamenti.
Cioè?
L’età media dei professori italiani supera i 52 anni di età. I ritiri cominciano a essere tanti. Ci sono, sul tavolo dell’Inps, 40 mila richieste di pensionamento, un 30% in più rispetto all’anno passato. Sono insegnanti e personale amministrativo che hanno raggiunto i 41 anni e 10 mesi di contributi. Due problemi: ogni richiesta deve essere verificata, cioè bisogna essere sicuri che il docente abbia tutti i requisiti, e pare che entro agosto l’Inps ce la farà. Secondo problema: bisogna sostituirli.
Beh, professori e soprattutto professoresse che abbiano voglia di sistemarsi certamente non mancano.
Il nuovo ministro della Pubblica Istruzione, Marco Bussetti, leghista, ha chiesto al ministero dell’Economia l’immissione in ruolo di 57.322 docenti e 9.838 amministrativi. Non ci sarà bisogno di concorsi: metà saranno presi dalla graduatoria a esaurimento (Gae), l’altra metà dai meglio piazzati del concorso del 2016. Col solito squilibrio territoriale, però: la domanda di professori è forte al nord, mentre l’offerta di professori è forte al sud. Assisteremo alle solite polemiche sui professori «deportati» dal Mezzogiorno al Settentrione e che tante volte la faranno franca dichiarando di dover accudire un parente disabile, come già accaduto in passato.
Quando cominciano le scuole?
I primi saranno gli studenti di Bolzano: 5 settembre. Gli ultimi i pugliesi, il 20 settembre. La maggior parte tra il 12 (Milano) e il 17 (Roma).
Altri problemi?
I soliti, di cui i politici si occupano malvolentieri o non si occupano affatto. In generale gli studenti italiani sono meno preparati degli studenti stranieri. E quelli del Sud viaggiano, rispetto a quelli del Nord, con due anni di ritardo.